La chiesa cattolica è “l’unico soggetto di diritto internazionale nominato dalla Costituzione” e dunque “è uno speciale alleato”. Per questo motivo il crocefisso, “segno visibile di quell’alleanza per la promozione dell’uomo e il bene del paese” non può essere tolto dalle aule scolastiche. Sembra porre la parola fine sulla diatriba legata al crocefisso nelle aule di scuola la tesi sostenuta dall’Avvocatura generale dello Stato nel corso dell’udienza tenutasi ieri dinanzi al Consiglio di Stato. Ai giudici amministrativi di Palazzo Spada a Roma si è appellata S.L., la battagliera mamma di origine finlandese, e ovviamente non cattolica, che dal 2002 sta portando avanti una vera e propria guerra privata contro i crocefissi della Vittorino da Feltre di Abano. Sotto accusa, per S.L., è l’emarginazione e la discriminazione a cui sarebbero stati sottoposti i suoi due figli quando, circa quattro anni fa, hanno frequentato l’istituto. Lo scorso anno è arrivata la sentenza del Tar di Venezia con la quale veniva negata la richiesta della donna di togliere dalle aule il crocefisso, simbolo della religione cattolica e, a suo dire, vessillo dell’emarginazione delle minoranze religiose. Decisa a non darsi per vinta L. ha così deciso di intraprendere la strada del Consiglio di Stato. “Il crocefisso – ha aggiunto Antonio Palatiello, avvocato dello Stato – è l’emblema della Chiesa cattolica e dell’alleanza per la promozione dell’uomo e del bene del paese, sarebbe quanto meno sconcertante che lo Stato si vergognasse di esibirne l’emblema”. “Questo – ha aggiunto inoltre – è altresì un simbolo dei principi che fanno parte del nostro patrimonio storico nonché una sintesi visiva di valori etici esattamente coincidente nel nucleo essenziale con quelli fondamentali della nostra nazione”. Accertato questo togliere il crocefisso dalle pareti di un’aula di scuola equivarrebbe a mettere in dubbio i valori fondamentali non solo di una religione ma di un’intera nazione “quali la centralità dell’uomo, il rispetto della vita, la solidarietà, la pace”. Per S.L. e per il suo sogno di vedere le pareti delle aule spoglie da qualsiasi simbolo religioso l’ennesima, sonora sconfitta. A questo punto per la mamma finlandese non resterà altro da fare che metterci una pietra sopra e dimenticare una volta per tutta le ruggini e i rancori che risalgono a quattro anni fa.
L’articolo a firma Ri.ba. è stato pubblicato sul Gazzettino di ieri
Un articolo veramente sconcertante. Chi l’ha scritto non sembra evidentemente rendersi conto che non di sentenza si tratta, ma di semplice parere dell’Avvocatura di Stato, che in questa vicenda giuridica rappresenta nient’altro che gli interessi della difesa. Come se non bastasse, le ultime due frasi del pezzo contengono espressioni faziose e denigratorie nei confronti di chi sta combattendo (comunque la voglia giudicare) una battaglia per l’affermazione di un supremo principio costituzionale qual’è la laicità dello Stato. Chi non condivide queste parole può inviare il proprio parere alla redazione del Gazzettino.
Nella sezione “Scrocifiggiamo l’Italia” è disponibile ampia documentazione sull’iniziativa giuridica della socia UAAR S.L.