L’Europarlamento ha approvato a larga maggioranza una risoluzione, indirizzata ai governi dei 25 Paesi membri dell’Unione europea e alla Commissione europea di Bruxelles, volta a tutelare i diritti e la dignità degli omosessuali. L’iniziativa politica punta ad aprire la strada implicitamente anche al riconoscimento giuridico e amministrativo dei rapporti di fatto tra coppie gay. In più auspica il ricorso alla normativa penale a livello comunitario per contrastare le discriminazioni contro gli omosessuali commesse nell’ambito nazionale. Proprio alcune aperture molto radicali e il sostegno di fatto a formule tipo i «pacs» ha provocato la riduzione dell’appoggio al provvedimento in modo trasversale. I sì sono comunque stati ben 468 contro 149 no e 41 astenuti. Nel principale gruppo politico, il Partito popolare europeo (Ppe), si sono registrate spaccature provocate non solo dagli esponenti polacchi vicini al governo di Varsavia. Tra gli italiani, Forza Italia, uno dei principali membri del Ppe, ha votato quasi integralmente contro la risoluzione. Gli eurodeputati Amalia Sartori e Giuseppe Castiglione sono stati gli unici due a dissociarsi nel partito di Berlusconi e a schierarsi con il centrosinistra compatto e con gli euroliberali. Anche la Margherita non ha seguito il gruppo di riferimento (gli stessi euroliberali): Luigi Cocilovo, Enrico Letta, Lapo Pistelli, Paolo Costa, Giovanni Procacci, Patrizia Toia e Vittorio Prodi, fratello del leader del centrosinistra, hanno preferito astenersi. […]
L’articolo di Ivo Caizzi è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera