Firenze: protesta laica all’ufficio Anagrafe

– Il Crocifisso in ogni aula. E il tricolore. È la «dotazione» di ciascun istituto pubblico secondo quanto previsto dal Regio decreto del 30 aprile 1924 e da quello successivo, datato 1928. Norme (vedi anche il decreto legislativo 297/94) tuttora operative secondo il Consiglio di Stato. Che, in un suo parere emesso nell’88, fa peraltro riferimento a motivazioni di carattere più generale secondo cui «il Crocifisso a parte il significato per i credenti rappresenta un simbolo della civiltà e della cultura cristiana, nella sua radice storica come valore universale, indipendentemente da specifica confessione religiosa». Vanno ricompresi gli uffici comunali tra queste strutture pubbliche? No, secondo il Comitato Orgoglio laico che, ieri mattina, intorno alle 11,30, ha inscenato una manifestazione nell’ufficio anagrafe. Ornella De Zordo — capofila alle ultime amministrative della lista di sinistra cosiddetta dei professori denominata Un’altracittà/unaltromondo, che appoggiò il sindaco, ma solo al ballottaggio, e che aderisce a Orgoglio Laico — il consigliere diessino Marco Ricca e Laura Grazzini, ex assessore ai Servizi Demografici ai tempi della giunta Primicerio, poi consigliere di quartiere, hanno guidato una quindicina-venti attivisti fin dentro l’anagrafe. Obbiettivo: ribadire quella «laicità dello Stato» sancita dalla Corte Costituzionale (sentenza 203 dell’’89) come principio supremo dell’ordinamento italiano: «Il contrasto tra l’obbligo di esposizione di un simbolo religioso come il crocifisso e il principio di laicità è talmente evidente che davvero non ha bisogno di grandi dimostrazioni». […]
L’articolo di Giovanni Spano è stato pubblicato su “la Nazione”
Questo il commento del circolo UAAR di Firenze:
È stata una cosa semplice ma carina in cui ognuno di noi ha attaccato ai muri i propri “simboli”: divinità più o meno esotiche o mitologiche, c’era anche la famigia reale inglese, la bandiera della pace, simboli femministi, gay, ecc. Per quanto ci riguarda c’era un Galileo con sul petto un distintivo giallo dell’UAAR. Il tutto si è svolto con grande civiltà e senza ostruire il lavoro
dell’ufficio.

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