Il 15% su ogni discorso o scritto papale: questa la percentuale da riconoscere alla Libreria Editrice Vaticana. Una percentuale con valenza retroattiva: a quanto consta agli organi di stampa, varrà infatti anche sulle pubblicazioni (seuppr parziali) di tutti i predecessori di Benedetto XVI. Questo dettaglio spiega le ragioni del copyright vaticano: primo papa fu infatti Pietro, e due lettere attribuite a Pietro compaiono all’interno della Sacra Bibbia. Come noto, la Bibbia è il libro più diffuso del pianeta: ma il merito di ciò va quasi esclusivamente ai protestanti, che la sanno citare quasi a memoria, e non ai cattolici, che la inserirono addirittura nell’elenco dei libri proibiti. Se anche le lettere di Pietro fossero coperte da copyright, e il Vaticano riuscisse a far valere internazionalmente il proprio decreto, ingenti flussi finanziari sarebbero trasferiti dal mondo protestante al Vaticano! Tempi duri per l’ecumenismo…
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