Indagine della Camera sulla 194

La legge 194? Non si tocca. A dirlo la relazione finale dell’indagine conoscitiva voluta a spada tratta dalla maggioranza (e in special modo dall’Udc e dal presidente della Camera Casini) con la speranza di trovare un appiglio per rivedere e attaccare la legge sull’aborto. Ma quando il presidente della Commissione Sanità della Camera, Giuseppe Palumbo, di Forza Italia, ha letto le conclusioni dell’indagine in aula è stato subito chiaro che l’intento era stato mancato. Circa 200mila donne, il 14 gennaio scorso, erano scese in piazza a Milano per dire il loro no agli attacchi di chiesa e maggioranza a una legge che è stata un’importante conquista per le donne italiane. Una legge che ha funzionato e funziona. Come ha ribadito la stessa relazione presentata da Palumbo. Nonostante i consultori siano ancora troppo pochi, le interruzioni volontarie di gravidanza sono infatti costantemente diminuite. Almeno fino al 2003. Poi di nuovo un lieve aumento (nel primo bimestre del 2004) soprattutto fra le donne immigrate. Per questo, dice la relazione, oltre a potenziare la rete dei consultori su tutto il territorio nazionale è necessario anche portare in queste strutture di mediatori culturali. […] Riguardo al numero dei consultori, dovrebbero essercene uno ogni 20mila abitanti. Ma la media nazionale è di 0,86 con carenze specialmente al Sud e nelle Isole (dove la media è di 0,64). Ma il rilancio di queste strutture, al quale la relazione dedica un intero capitolo, è legata alle risorse finanziarie aggiuntive. E su questo lato certamente la Legge Finanziaria del 2006 non è d’aiuto. Inoltre nel documento si invita a rendere i consultori come una sorta di «filtro obbligatorio» rendendo necessario in ogni caso la prenotazione dell’intervento attraverso questa struttura. Il «punto fermo» viene indicato nella collaborazione «a rete», in particolare con i medici di famiglia. Infine. Per quanto riguarda lo spinoso odo del volontariato (qualcuno aveva parlato di portare gli antiabortisti, i “volontari per la vita” nei consultori) la relazione dice che «nel rispetto del pluralismo culturale il volantoriato deve svolgere un ruolo di ausilio nell’ambito della rete dei servizi a tutela della maternità responsabile». Per fare questo si propone di definire «in sede di convenzione» i compiti affidati a queste associazioni «per assicurare che la scelta della donna avvenga in piena autonomia e nella piena consapevolezza di tutti gli strumenti previsti dall’ordinamento». […]
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