Il papa e la politica

Entra la politica nel messaggio di Benedetto XVI per la quaresima: i cristiani imparino a “valutare con sapienza i programmi di chi li governa”, in base ai criteri dello “sviluppo integrale” basato sulla “dignità di ogni uomo”, e della “libertà religiosa”. Nel testo che sarà pubblicato prossimamente il Papa si appella a “chi ha responsabilità politiche e ha tra le mani le leve del potere economico e finanziario”. […]
Fonte: Repubblica.it
Solo due giorni fa il papa aveva scritto che “la Chiesa non puo’ e non deve prendere nelle sue mani la battaglia politica”. Ora si capisce meglio il senso del suo discorso: la Chiesa non deve farlo in prima persona, ma deve invitare i cristiani a farlo (e secondo le indicazioni della Chiesa stessa). Se i cristiani sbaglieranno, sarà colpa loro e non della Chiesa. Un’opinione in linea con le famose e fraintese “scuse” di Giovanni Paolo II: la Chiesa cattolica non chiese scusa alle vittime per i propri errori, bensì chiese scusa a Dio per i peccati commessi dai “figli della Chiesa”. Forse Benedetto XVI non se ne rende conto, ma così dicendo e facendo la Chiesa cattolica fa la figura del mandante.

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