Il colpo di coda è arrivato nell’ultima ora, dell’ultimo giorno disponibile, mentre l’opposizione stava già lasciando l’aula per marcare il proprio dissenso. Una frase buttata là, un concetto che nella prima stesura del documento finale non c’era e che ora fa la differenza, una grande differenza: «Serve una nuova normativa che preveda incentivi per le associazioni di volontariato e ai consultori che si avvalgono della collaborazione dei volontari». La Commissione d’inchiesta più rapida della legislatura, chiesta da Storace per mettere le mani sulla legge 194, si licenzia così, con un blitz finale che sposta l’ago della bilancia dalla parte del ministro della Salute ma soprattutto dalla parte loro, il Movimento per la Vita che ora si sente autorizzato a chiedere a gran voce: «Ora cambiamo i consultori». Un’offensiva in grande stile che culmina, nel tardo pomeriggio di martedì, con quell’atto formale che chiude definitivamente le porte all’aborto non cruento: lo stop all’importazione della Ru-486 su tutto il territorio italiano. Forse avranno vita breve le nuove norme. Ma intanto nei fatti si è segnata una svolta. Non solo per i «soldi agli amici» come ironizza la Verde Zanella. Ma anche attraverso il tanto annunciato decreto sulla limitazione all’importazione dei farmaci non registrati che ieri Storace ha firmato e che avrà come effetto unico quello di bloccare su tutto il territorio del Paese l’uso della pillola abortiva. Ogni volta che un medico farà richiesta della pillola abortiva dovrà, cartelle cliniche alla mano, dimostrarne la necessità medica. […] E Bindi: «Un’indagine pericolosa perché volta a riaprire un dibattito, con accenti ideologici, senza l’intento di affrontare seriamente i problemi dei cittadini e delle donne».
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