L’ateo? “Un pover’uomo o una povera donna, con una prospettiva corta perchè non crede in una vita oltre la morte. È una persona da compatire, da una parte, ma da aiutare perchè è senza speranza e pensa che tutto finisca qui sulla terra”. Il cardinale Severino Poletto afferma questo suo punto di vista durante l’omelia per la festa di San Giovanni Bosco nella basilica di Maria Ausiliatrice. Parole che giungono al termine di una dura analisi della realtà torinese: “La nostra società – dice il cardinale non propone valori. È attraversata dal relativismo, dal materialismo, dal nichilismo. Viene proposto il dubbio, terribile questo ma lo sentiamo anche a livelli alti delle nostre istituzioni educative, come situazione permanente di vita. Quando il dubbio, se c’è, deve essere stimolo a cercare la verità, non una situazione su cui dormire”. […] Oggi, in una stagione di minori tensioni sociali e senza ideologie forti che propugnano l’ateismo, i rapporti tra cattolici e non cattolici a Torino sembrano paradossalmente più tesi di un tempo. Il cardinale Poletto non ha gradito le posizioni della Presidente della Regione, Mercedes Bresso, favorevole alla manifestazione nazionale del ”Gay Pride” a Torino il prossimo giugno. “Non vedo perchè si dovrebbe impedire quel corteo – aveva detto Bresso – visto che si autorizzano le processioni religiose”. La risposta era arrivata immediatamente da “La Voce del Popolo”, settimanale della diocesi, con un titolo in prima pagina: “Bresso prigioniera dei Radicali”. I Radicali, ma anche gran parte del mondo laico della città, sono diventati spesso antagonisti della chiesa cattolica sui temi dell’etica e dell’aborto. La sperimentazione, prima in Italia, della pillola RU 486 al Sant’Anna è stata l’occasione per nuovi allarmi da parte della diocesi. […] Il rapporto tra la Torino atea e quella religiosa che già aveva incuriosito e preoccupato papa Woytila in occasione della sua visita torinese del 1998 (“mi chiedo come mai questa citta, così piena di santi, è anche così piena di atei”) torna ad essere problematico. La polemica della chiesa cattolica torinese contro “l’ideologia del dubbio permanente”, pilastro di ogni cultura di radice illuminista, è un altro sintomo del deteriorarsi della convivenza tra le due città. Inaugurando l’anno accademico il rettore Ezio Pellizzetti aveva invitato Torino “a riprendere con forza la via del dubbio, quella dell’antidogmatica follia di Erasmo da Rotterdam. Perchè la via del dubbio – aveva aggiunto il rettore – quella che qualcuno definisce oggi con disprezzo relativismo, è in realtà la via vera della cultura mentre ogni fondamentalismo e integralismo sono negazione di cultura e disconoscimento di umanità”. Parole che avevano fatto insorgere don Salvatore Vitiello, moderatore del dibattito sulle radici cristiane dell’Europa organizzato alcune settimane fa all’Unione industriale con la presenza di Marcello Pera. Ieri, a Maria Ausiliatrice, parlando della “vera emergenza di oggi che è l’educazione dei giovani” il cardinale Poletto è tornato sull’argomento, puntando il dito proprio contro “il relativismo” e contro “il metodo del dubbio come situazione permanente di vita”. Le due Torino sembrano sempre più distanti.
L’articolo di Paolo Griseri è stato pubblicato nella cronaca di Torino di “Repubblica”