Facciamo Breccia in piazza

Il movimento Facciamo Breccia, a cui aderiscono decine di organizzazioni di varia natura, insieme a molte persone che hanno dato la loro adesione individuale, indice a Roma, sabato 11 febbraio, la manifestazione nazionale No Vat – più autoderminazione, meno Vaticano, contro l’ingerenza della chiesa cattolica nella sfera pubblica. La data scelta non è casuale, visto che l’11 febbraio è l’anniversario della firma dei Patti Lateranensi. Anche questa iniziativa, come Usciamo dal silenzio che ha portato 200 mila persone in piazza a Milano, è una storia che inizia con una e-mail, inviata da Porpora Marcasciano del Mit (Movimento Identità Transessuale), lo scorso ottobre, rimbalzata da una mailing list all’altra… […] Così è nata la mobilitazione Facciamo Breccia che ha immediatamente preso corpo in comitati locali, a Roma, Torino, Milano, Verona, Bologna e Firenze, pensati come luogo di elaborazione e di iniziativa in tema di laicità e autodeterminazione. Una mobilitazione in costante crescita, di cui per primi se ne sono fatti carico i movimenti che hanno l’elaborazione e la lotta per l’autodeterminazione dei corpi e degli stili di vita alla base della propria esistenza – movimenti gay, lesbico e trans, movimento femminista -, ma che in breve ha visto aggiungersi altri soggetti sociali e politici nella consapevolezza di dover rispondere a un’offensiva sistematica, a un modello di società ridisegnato dalle destre e dalla chiesa. Ecco allora la presenza di centri sociali, di collettivi studenteschi, dell’Uaar, di comitati provinciali dell’Arci, di pezzi di partiti della sinistra e di altri contesti associazionistici. La riflessione di partenza è semplice: il Vaticano e la Cei di Ruini pongono richieste sempre più invadenti, la classe politica italiana – inclusa purtroppo, con poche eccezioni, la sinistra – rende omaggio. Intanto nel paese prelati, santi, messe cattoliche invadono la tv pubblica e ogni contesto collettivo, mentre sempre di più si rafforza un modello sociale maschilista, patriarcale, familista e soprattutto unico, incontrastato, escludente. […] Non si tratta, a detta di Facciamo Breccia, di una vecchia forma di anticlericalismo, ma viene reputato «contraddittorio proclamarsi, seppur tiepidamente, d’accordo con istanze relative ai diritti individuali – delle donne, delle lesbiche,dei gay, ecc. – e poi cercare l’approvazione o almeno un dialogo con gente che vuol negare a chi non è conforme al modello il diritto a essere ciò che siamo e vogliamo essere. Confrontarsi politicamente con la gerarchia cattolica sembra oggi ineluttabile, ma la modalità di confronto, a questo punto, se si ha un progetto di società laica e libera, non può che partire da una posizione chiara e vertenziale. […] Sappiamo che tutto ciò riguarda l’oppressione di molte e molti. Per questo invitiamo tutti e tutte a partecipare alla manifestazione dell’11 febbraio, augurandoci che tale momento di lotta sia il preludio di un agire comune di tutti i soggetti e le organizzazioni interessate.
L’articolo scritto da Elena Bigini (Azione gay e lesbica di Firenze) e Andrea Mormiroli (Assessore alle politiche sociali del comune di Giugliano in Campania) è apparso sul Manifesto di ieri

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