Vignette sull’Islam: Bonino, «libertà d’espressione, acquisita a caro prezzo»

Lo ‘scontro di civiltà’ tanto paventato da alcuni rischia di esplodere… per dodici vignette sul Profeta? Mi auguro di cuore di no, ma occorre che i leader e governanti arabi non usino queste occasioni per blandire le frange più integraliste, contando magari su questo per rafforzare il loro potere. Così come ritengo più che doveroso che i nostri governi, e l’Unione europea di cui la Danimarca è membro, non lascino i giornalisti soli a difendere la libertà d’espressione, un valore conquistato a caro prezzo anche contro analoghi anatemi lanciati da una Santa Inquisizione che metteva all’indice chiunque fosse contrario all’ortodossia. Ecco perché noi europei dobbiamo sostenere la richiesta rivolta all’Organizzazione Mondiale del Commercio per ottenere dall’Arabia Saudita e dagli paesi del Golfo la rimozione del boicottaggio contro i prodotti danesi. Esprimo la mia solidarietà al direttore di France-Soir licenziato in tronco dal suo editore, una decisione che certo non rafforza la credibilità delle nostre battaglie per la libertà di espressione e la libertà di stampa nel mondo musulmano. A noi non spetta valutare se i disegni offendono l’Islam, ma ribadire che da noi sono garantite, a tutti, libertà e diritti che non possono essere conculcati da una sorta di “fatwa” che mira in realtà a mettere in discussione il già difficile sforzo di molti arabi moderati volto a coniugare islam e democrazia. In definitiva, perpetuare l’immagine del ‘feroce Saladino’ o del ‘mamma, li turchi’ come modello unico per dipingere il “musulmano” per eccellenza è se non altro infantile e anch’io mi pongo la stessa domanda del direttore del giornale giordano Al-Shihan quando chiede “cosa danneggia di più l’Islam, queste caricature o le immagini di sequestratori incappucciati che sgozzano ostaggi inermi di fronte alle telecamere?
L’intervento di Emma Bonino è stato diffuso da Radicali.it

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