Beppe Grillo sulla religione

I miei figli vanno a catechismo. Qualche domenica accompagno la mia famiglia a messa alla chiesa di Sant’Ilario. Non sono un cattolico osservante, posso definirmi un credente, un simpatizzante di Gesù. È un fatto mio, privato. Se credessi a Odino o a Buddha sarebbe comunque qualcosa che riguarda solo me. Quello in cui credo non deve interferire con lo Stato, le istituzioni, le leggi, la stampa, le vignette satiriche, i partiti, le scienze. Insomma con tutto il resto. Durante il mio spettacolo “Incantesimi” ho fatto vedere una breve scena di Submission, il film per cui è stato ucciso Theo Van Gogh e che chiunque può vedere in Rete con un un’applicazione P2P, come eMule o Kazaa. L’ho fatto per affermare la libertà di espressione, quella che non sta bene agli integralisti di ogni religione. Fosse per me abolirei l’otto per mille, i crocifissi nei luoghi pubblici, i simboli religiosi nei partiti, l’uso della fede a scopi elettorali, personali, economici. Abolirei ogni influenza di mullahcardinalirabbini sullo Stato e punirei con leggi molto severe l’incitamento all’odio religioso. Non riesco a credere, anche sforzandomi parecchio, che esistano popoli eletti (gli altri cosa sono?), popoli da sottomettere alla propria religione, che un Dio giustifichi la violenza dell’uomo sull’uomo. No, non riesco a crederci. Ma adesso? Beh, spero che i musulmani abbiano un minimo di senso dell’umorismo (per la mia incolumità, belin) e che il cardinal Ruini abbia il senso del ridicolo e si astenga da dichiarazioni elettorali (per l’incolumità degli italiani).
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