Altri orrori dalla prigione di Guantanamo. I militari americani legano per ore i detenuti in sciopero della fame per nutrili forzatamente. Lo ha riferito il New York Times, che ha appreso la notizia da alcune fonti militari. Le autorità americane spiegherebbero l’assurda vicenda con una motivazione discutibile: questi provvedimenti drastici sono stati presi nelle ultime settimane dopo che le autorità militari avevano concluso che alcuni dei detenuti che rifiutavano il cibo erano decisi a arrivare fino a suicidarsi per protestare contro la loro reclusione a tempo indefinito. I motivi delle proteste dei detenuti sono legati ai continui soprusi subiti, alle torture fisiche e psicologiche che hanno fatto drasticamente aumentare il numero dei suicidi nella prigione. Ma a Guantanamo non esistono diritti, non esiste dialogo. L’unico linguaggio possibile è quello della tortura. […] Secondo il portavoce dell’esercito a Guantanamo, tenente colonnello Geremy Martin, il numero dei prigionieri in sciopero è calato considerevolmente. Ma a che prezzo? Thomas B. Wilmer, legale della Shearman e Strerling a Washington, che ha visitato la settimana scorsa sei prigionieri del Kuwait che sono suoi assistiti ha dichiarato: è chiaro che il governo ha messo fine allo sciopero della fame con l’uso della forza e con i più brutali e disumani tipi di trattamento. […] Secondo gli avvocati coinvolti nel caso, lo sciopero della fame era iniziato dopo che le forze armate Usa si erano rimangiate la promessa di portare la prigione nell’isola di Cuba in regola con la Convenzione di Ginevra. Attualmente sono rinchiusi a Guantanamo 500 prigionieri, catturati per la maggior parte in Afghanistan e quasi tutti detenuti da quasi quattro anni senza che nei loro confronti siano stati spiccati capi di accusa.
Fonte: Unità.it