Unione, accordo sul programma e anche sui Pacs. Ma la Bonino se ne va

Ora l’incognita è se ci saranno proprio tutti i segretari dell’Unione sabato, quando al teatro Eliseo verrà ufficialmente presentato il programma di governo. Perché se un sostanziale accordo al vertice di giovedì sera a piazza Santi Apostoli è stato trovato, non tutti i segretari dei partiti seduti al tavolo con Prodi hanno lasciato la riunione soddisfatti. Anzi, qualcuno proprio se n’è andato, come Emma Bonino, che peraltro segretario non è, tanto che Clemente Mastella non è nemmeno entrato alla riunione in polemica con la sua presenza. […] L’esponente della Rosa nel Pugno ha sbattuto la porta perché non erano state accolte e sue richieste a proposito di Pacs e finanziamento alle scuole private. Resta da vedere se si tratti di strappi tattici, tanto per creare un po’ di audience, oppure se siano destinati a condizionare il cammino della coalizione. […] Sulle unioni civili, lo scoglio più duro da superare, sono state poste sul tappeto quattro proposte. La Margherita, insieme all’Udeur contraria ai Pacs, ha presentato un testo in cui si parlava di «riconoscimento» dei diritti fondamentali «nell’ambito delle unioni di fatto per motivi assistenziali, amicali e di solidarietà, al fine di garantire alcune prerogative e facoltà». Nessun riconoscimento giuridico, insomma. Rifondazione ha presentato un testo in cui si richiedeva tra le altre cose un’indagine parlamentare conoscitiva che comprendeva nel titolo il termine «Pacs». I Verdi hanno avanzato una proposta che ricalcava fedelmente i Patti civili di solidarietà così come riconosciuti in Francia, e così pure la Rosa nel pugno, che ha posto una sottolineatura specifica sui contratti «di fatto». Il tentativo di mediazione è stato avanzato senza riferimenti specifici ai Pacs. Una linea non troppo lontana dalla proposta che già al tavolo programmatico Andrea Papini, su iniziativa di Ds e Prc, aveva avanzato. Un testo in cui veniva esplicitato che il riconoscimento delle unioni civili doveva essere «giuridico», e non già privatistico, e che poteva concretizzarsi a prescindere dal «genere dei contraenti» e dal loro «orientamento sessuale». Un testo, però, che ha trovato una ferma contrarietà da parte di Rutelli e Mastella. […] Ecco il testo: «L’Unione proporrà il riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto. Al fine di definire natura e qualità di una unione di fatto non è dirimente il genere dei conviventi e il loro orientamento sessuale. Va considerato piuttosto criterio qualificante il sistema di relazioni sentimentali, assistenziali e di solidarietà la loro stabilità e volontarietà». […]
Il lungo articolo di Simone Collini è stato pubblicato su Unità.it
Una vignetta a riguardo di Staino

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