Ferie forzate in Danimarca per Flemming Rose, il giornalista culturale del Jyllands-Posten all’origine della bufera e che aveva annunciato di essere pronto a pubblicare anche i fumetti sull’Olocausto che un giornale iraniano voleva far realizzare. Ma i vertici dell’azienda lo hanno smentito e lo hanno mandato a casa per un po’. Quanto a ‘Magazinet’, il settimanale norvegese che aveva per primo ripubblicato le vignette, Vejborn Sellbek, capo redattore della pubblicazione, ha chiesto scusa dicendo di “non aver pienamente capito quanto sarebbe stata dannosa la loro pubblicazione”. Le scuse sono state accettate dal leader del consiglio musulmano norvegese, Mohammed Hamdam, il quale ha esortato i musulmani a non partecipare a manifestazioni non autorizzate e ad astenersi dal bruciare la bandiera nazionale. Secondo un sondaggio, il 57% dei norvegesi si è detto contrario alla pubblicazione contro il 30% di favorevoli. Anche dalla Francia arrivano sforzi per raffreddare il clima: il premier de Villepin, dopo la pubblicazione della caricature con evidente risalto su ‘Charlie Hebdo’ e ‘France Soir’, ha definito le vignette satiriche “irresponsabili”. Il premier, che ha ben presente il problema delle banlieu, si schiera così con la maggioranza, come emerge dal sondaggio pubblicato su ‘La Croix’, stando al quale il 54% dei francesi critica la pubblicazione. 59% se sono le sole donne a rispondere. […]
Il testo integrale dell’articolo di Emanuele Giordana è stato pubblicato sul sito di Lettera 22