Esserci è un’onta, non esserci un sollievo. Da un mese in Camerun non si discute di altro: chi va incluso nella lista dei gay? Il vicino di casa, il venditore all’angolo, il barbiere, ma anche il ministro, l’imprenditore, il cantante, persino il vescovo. Per il momento nell’elenco «ufficiale» ce ne sono una cinquantina, soprattutto personaggi eccellenti. Ma la caccia alle streghe è appena cominciata. Ad aprire la stagione, è stato il quotidiano La Méteo , seguito immediatamente da altri due: L’Anecdote e Nouvelles d’Afrique . Titoli in prima pagina: «Gli omosessuali sono tra noi», «Devianza: ecco l’elenco completo». Seguono i nomi, e la promessa della pubblicazione a breve di inconfutabili quanto imprecisate «prove». «Non possiamo restare zitti – dichiara alla Reuters il direttore dell’ Anecdot e, Jean Pierre Amougou Belinga -. Abbiamo il diritto di suonare il campanello d’allarme». Se queste prove esistono, gli rispondono due dei personaggi di spicco inclusi della lista, l’attuale ministro Grégoire Owona e il suo ex collega Aurélien-William Etekia Mboumoua, «che siano fornite al più presto, insieme anche alle ragioni profonde di questo atteggiamento, che sembra piuttosto un linciaggio mediatico in piena regola». I due politici hanno depositato le proprie richieste in tribunale, avviando ora il capitolo giudiziario della vicenda. Che ha delle implicazioni penali non indifferenti. Il rischio di 50 querele per diffamazione ai giornali che hanno pubblicato gli elenchi, certo. Ma soprattutto il pericolo per le persone inserite negli elenchi di una condanna per omosessualità, che in Camerun è reato. Lo stabilisce l’articolo 347 bis del codice penale: colui il quale venga riconosciuto colpevole rischia «da 6 mesi a 5 anni di reclusione» e «un’ammenda dai 20 mila ai 200 mila franchi camerunensi» (da 30 a 305 euro). […]
Il testo integrale dell’articolo firmato A. Cop. è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera