Sentenza sul crocifisso: reazioni politiche

Esultano parlamentari e ministri della Casa delle libertà. «Anche i non credenti, quando conoscono e amano la cultura italiana, vedono nel crocifisso il simbolo di elevati valori», afferma il ministro dei Beni Culturali, Rocco Buttiglione (Udc). «Finalmente una sentenza che pone fine a una polemica lunga e inutile», dice il sottosegretario alla Giustizia, Jole Santelli (Fi). Per Maurizio Gasparri di An, la sentenza ha un «significato morale essenziale» mentre per il ministro delle Riforme, Roberto Calderoli (Lega) rappresenta «la vittoria del buonsenso e dei nostri valori che, oltre che cristiani, sono valori di civiltà». Ma il consenso per la sentenza del Consiglio di Stato è trasversale. Per il leader della Margherita, Francesco Rutelli «il crocifisso è un simbolo che va ben oltre la religione stessa», per Clemente Mastella leader dell’Udeur «è un tratto fondamentale della nostra civiltà ed è un fatto anche storico». Afferma il presidente dei deputati della Margherita, Pierluigi Castagnetti: ««Anche per i non credenti l’immagine del crocifisso induce rispetto e non è offensiva della sensibilità di alcuno». [Sì, ma lui è credente, e non dovrebbe mettere in bocca agli altri il suo pensiero, NdR] Nel mondo politico, l’unica voce di dissenso è quella della Rosa nel Pugno. Enrico Boselli ritiene «non sostenibile dal punto di vista dell’evidenza e della logica» la tesi del Consiglio di Stato «secondo cui – afferma – il crocifisso non sarebbe solo un riferimento religioso ma sarebbe un simbolo idoneo ad esprimere l’elevato fondamento dei valori civili». Per Boselli, insomma, il cattolicesimo non è più religione di Stato e sottolinea: «Per chiarire definitivamente il problema basterebbe chiedere se ciò è vero a un musulmano o a un ebreo o a chiunque professi un’altra fede o concezione filosofica».
Fonte: il Mattino
Come altre volte, quando entrano in gioco i valori della laicità il silenzio DS si fa assordante…

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