‘Tornati indietro di cinquant’anni’ Lo sdegno di politici e associazioni

La sentenza della Cassazione che definisce “meno grave” lo stupro se la vittima ha già avuto rapporti sessuali,sta scatenando una bufera, sia tra le associazioni che difendono le donne e i minori che negli ambienti della politica. Unicef: Il presidente nazionale Antonio Sclavi ha espresso “forte preoccupazione” per la sentenza: “Come confermato dal diritto internazionale, non esistono attenuanti per atti sessuali nei confronti di minori. Speravamo che le battaglie di questi anni avessero fatto chiarezza almeno su questi punti, sgombrando il campo da sconcertanti interpretazioni”. Telefono Rosa: “Ho pensato di essere tornata indietro di cinquant’anni, è come se mi fosse arrivato un pugno nello stomaco”. La prima reazione alla sentenza arriva da Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente di Telefono Rosa, che proprio pochi giorni fa aveva fornito dei dati che confermano che la violenza alle donne è in crescita, specialmente nelle fasce più giovani. “È inconcepibile che un reato contro la persona così grave, che spezza la vita di una donna, a prescindere dall’età, e anche dalla sua famiglia, possa avere due pesi e due misure, se la ragazza è vergine e non lo è”. Prestigiacomo: “È sorprendente che la non illibatezza della vittima di violenza sessuale sia un’attenuante”. ha detto, appena appresa la notizia della sentenza, il ministro delle Pari Opportunità Stefania Prestigiacomo. “Ci troviamo dinanzi ad una posizione incomprensibile in quanto subordinerebbe alle esperienze della vittima la valutazione della gravità della violenza sessuale. È un’impostazione – ha aggiunto – che credo non possa trovare alcun appiglio né nella lettera né nello spirito della legge che sanziona gli abusi sessuali”. Osservatorio dei Diritti sui Minori: Dello stesso avviso anche Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, che parla di sentenza “stucchevole, incredibile e scioccante”. “Quanto teorizzato dalla magistratura è socialmente pericoloso ed eticamente inaccettabile”, perché “non si può ammettere che, per legge, chi violenta una donna, anche se minorenne, possa ottenere il riconoscimento dell’attenuante fondato sulla minore gravità in nome della perduta illibatezza della vittima”.[…]
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