[…] Le cifre parlano chiaro. Dei 618.000 militari in attivo dall’invasione in Afghanistan nel 2001, oltre 56mila hanno già divorziato, mentre migliaia di altri si preparano a farlo. È una crisi familiare profonda che affligge tutti. La moglie a casa, che dopo mesi di congedi rimandati e inutile attesa spesso finisce a letto con altri. Il marito, che torna dal fronte mutilato nel corpo e nell’anima, incapace di ricucire i fili spezzati di rapporti ormai impossibili. […] Il programma si chiama anche PICK a PARTNER (scegli un partner), dove PICK è un acronimo che sta per Premarital Interpersonal Choices and Knowledge (Scelte e conoscenze interpersonali pre-matrimonio). Agli aspiranti coniugi si consiglia di studiare attentamente le FACES del partner, altro acronimo che sta per background familiare, attitudini, compatibilità, esperienze nelle relazioni precedenti e abilità. Tutti aspetti che l’individuo, uomo o donna, porterà nel rapporto. Ma i combina-matrimoni del Pentagono insegnano anche il RAM (Relationship attachment model), il modello di attaccamento nella relazione, per evitare che il coinvolgimento sessuale prevalga su quello relazionale e affettivo nel rapporto a due. «Il corso è diretto soprattutto ai soldati più giovani ed inesperti», spiega l’ideatore del programma John Van Epp. Un ex prete dell’Ohio che dopo il dottorato in psicologia ha elaborato il metodo PICK, oggi usato con successo da prigioni, chiese, consultori e altre agenzie pubbliche. Van Epp insegna le sue teorie ai cappellani dell’esercito, che a loro volta le divulgano tra le truppe di ben 250 basi militari negli Stati Uniti e a quelle di stanza in Iraq, che hanno ricevuto in dotazione il manuale. […] Come gli altri comandanti e cappellani, anche lui cerca di scoraggiare i soldati a metter su famiglia durante il servizio attivo, in sintonia col vecchio proverbio militare «Se l’esercito ti voleva con una moglie, te ne avrebbe emanata una».[…]
L’articolo è apparso sul sito di Repubblica