Non tutti i cartomanti sono ciarlatani. Visto che alcuni usano questa attività come fonte di reddito regolare su cui pagano anche le tasse, serve “un’apposita istruttoria e un’approfondita analisi per verificare se l’attività di maghi, occultisti o veggenti comporti un abuso della credulità popolare”.
Lo hanno dichiarato i giudici del Consiglio di Stato, chiamati ad esaminare il caso di un cartomante di Milano. Dopo l’invito della questura a mettere fine alla propria attività, il cartomante aveva fatto appello al Tar. Il tribunale gli ha dato ragione perché non era stato eseguito alcun accertamento sul caso concreto. Tar, Consiglio di Stato e Cassazione sono, quindi, d’accordo sulla liceità di queste attività “in quanto fonte di reddito e quindi soggette al prelievo fiscale al pari di qualsiasi attività professionale”.
Fonte: AprileOnLine