Un attacco alla moschea di Al Askariya, a Samarra, ha provocato il crollo di una parte della cupola d’oro di una delle più importanti mete del pellegrinaggio sciita. Uomini armati hanno fatto esplodere due cariche esplosive intorno alle 7 locali, dopo aver neutralizzato i cinque poliziotti di guardia. Gli attentatori sono poi riusciti a fuggire. Nella moschea Al Askariya sono custodite le reliquie dell’Imam Hassan Al Askari, detto «L’integerrimo», morto nell’873 e sepolto accanto a suo padre, l’Imam Ali Al Hadi. La cupola del santuario era ricoperta da 62 lastre d’oro e affiancata da 2 minareti. Il capo dei religiosi sunniti, Ahmad Abdel Ghaffur Al Samarrai, ha condannato l’«atto criminale» e la più alta autorità sciita in Iraq, l’ayatollah Al Sistani, ha invitato tutti gli sciiti a protestare per l’attentato alla moschea. Sistani ha chiesto inoltre sette giorni di lutto per la distruzione del mausoleo. Secondo fonti militari americane l’esplosione potrebbe aver provocato delle vittime, che si troverebbero seppellite sotto le macerie della cupola. […] L’attacco ha scatenato l’ira degli abitanti della città, a maggioranza sunnita, scesi in strada con bandiere irachene e stendardi verdi dell’Islam. «Non la farete franca – hanno gridato molti agli autori dell’attacco – l’Imam Alì Al Hadi è il nostro antenato». I muezzin delle moschee lanciano slogan anti americani, come «Allah Akbar, morte all’America che ci porta il terrorismo». I manifestanti hanno portato a braccia il turbante, la spada e lo scudo dell’Imam, conservati nel mausoleo. «Siamo tutti i tuoi uomini, Imam» gridano. Uno sceicco sunnita della moschea Al Rissala, Ahmad Dayeh, ha avvertito che coloro che hanno compiuto questo gesto vogliono suscitare una sommossa religiosa.
L’articolo è stato pubblicato dal sito del Corriere della Sera