«Si racconta, tra leggenda e realtà, che quando Giovanni Paolo II, dopo lo scandalo Calvi, chiese l’elenco di tutti i correntisti dell’istituto si sentì rispondere: “Spiacente Santità, ma la riservatezza dei clienti è sacra…”». Quello che precede è un passo significativo dell’ultimo libro sulla triade Sindona-Marcinkus-Calvi, «I poteri forti» pubblicato dalla Bur e scritto da Ferruccio Pinotti. Egli attribuisce l’aneddoto a un banchiere informatissimo di cui non fa il nome. I clienti di cui si parla sono quelli dello Ior, la famosa banca vaticana, amministrata dall’arcivescovo Marcinkus, salito ieri alla gloria dei cieli. Un altro racconto, più leggendario ancora e più cupo, riguarda papa Albino Luciani, Giovanni Paolo I, eliminato da oscure manovre di curia per evitare che con uno dei suoi primi atti di potere, licenziasse Marcinkus, restituendo lo Ior, l’Istituto per le Opere di Religione ad attività più appropriate al ben fare e al timore di dio. Il successore, Giovanni Paolo II, confermò Marcinkus a capo della banca vaticana e lo fece anzi arcivescovo, da vescovo semplice che era, dai tempi di Paolo VI. […]
Il lungo articolo di Guglielmo Ragozzino è presente sul sito del Manifesto