[…]M.: Lei non mi convince del tutto. Come fa a non sentire la violenza dello sfregio fatto ai credenti dell’islam con la rappresentazione del volto del Profeta, già blasfema di per sé e, in sovrappiù, con una bomba in testa? Che cosa c’entra questo con la libertà di espressione? Inoltre proprio in questo momento, con la guerra preventiva del signor Bush, con l’Afghanistan e il disprezzo imperialista nei confronti di tutto l’islam…
S.: Con ordine. Pensa che non capisca lo sfregio fatto all’islam? Le ripeto che sono ebreo e i nostri credenti sopportano da secoli che l’ineffabile Nome dell’Eterno, impronunciabile, sia banalmente riportato da milioni di libri, in centinaia di trasmissioni televisive e radiofoniche con un misero Jahvè o un ridicolo Geova. Per l’ebreo religioso si tratta di un’intollerabile blasfemia. Non per questo però si deve ricorrere a limitazioni della libertà d’espressione e alla violenza. L’unico rimedio è l’educazione al rispetto e all’accoglienza dell’altro e la paziente e corretta comunicazione. Non è d’accordo anche lei?[…]
Il dibattito, firmato da Moni Ovadia, è raggiungibile sul sito Unità.it
Testo tratto dal numero 1 di Micromega-La Primavera