Ave Maria, Città ideale dei cattolici Usa

Si chiamerà «Ave Maria» la città simbolo dell’utopia cattolica che aprirà i battenti nell’estate del 2007 a poco più di 130km da Miami, presso una cittadina dal curioso nome di Naples, vale a dire Napoli. Gli Stati Uniti si riscoprono terreno fertile per l’edificazione della «Città ideale»; hanno già ospitato, soprattutto nel XIX secolo, numerosi esperimenti (fallimentari) da parte di pensatori per lo più europei impegnati a creare la comunità umana perfetta, felice e ugualitaria, da Charles Fourier e il Falansterio a Robert Owen e la sua «Nuova Armonia». Solo gli Amish, protestanti anabattisti allergici al progresso tecnologico e all’uso delle armi, sono riusciti a dar vita a comunità «arcadiche» in grado di sopravvivere al passaggio dei decenni, ma presto potrebbero dover dire addio a questa sorta di monopolio. […] Nel 2007, il grosso delle opere sarà completato e il sogno visionario di Tom Monaghan diverrà realtà. Stiamo parlando del «Papa della pizza», così soprannominato per la sua religiosità e per aver creato dal nulla (lui orfano cresciuto dalle suore e divenuto poi marine, prima di lanciarsi nell’imprenditoria) la seconda catena americana di pizzerie da asporto, «Domino’s pizza». […] Quindici anni fa Monaghan ebbe un risveglio religioso, abbracciò uno stile di vita più morigerato (vendette per esempio il suo aereo e il suo yatch) e decise di fare qualcosa di più per arginare la «decadenza morale dell’Occidente». Monaghan ha deciso di investire una montagna di denaro (inizialmente 100 milioni di dollari, già saliti a circa 500) nella creazione di Ave Maria, Città Ideale retta da principi cristiani e sede della prima Università cattolica costruita negli Usa da 40 anni a questa parte. La città sarà la prima al mondo a nascere in simbiosi con un ateneo (già foraggiato con 250 milioni di dollari e attivo in una sede provvisoria a Naples). Avrà circa 30mila abitanti, di cui almeno 5mila saranno studenti universitari. Quando la città verrà inaugurata nel 2007 ci sarà posto per circa 650 di loro, nonché per attività commerciali e residenze per famiglie, destinate ad aumentare gradualmente in vista del completamento del grandioso progetto, in almeno 40 anni. Il 45% dei 5mila acri occupati da Ave Maria sarà costituito da aree verdi, laghetti e corsi d’acqua. Al centro del complesso sorgeranno una chiesa alta oltre 30 metri e una piazza sul modello di quelle italiane, concetto semisconosciuto negli States. La città offrirà ai suoi abitanti una condotta di vita «morigerata». Le farmacie non potranno vendere contraccettivi. Le edicole e i negozi di videocassette non potranno commerciare materiale pornografico, ovviamente bandito anche dal canale tv via cavo che nascerà in città. Negli ospedali di Ave Maria non sarà neanche possibile abortire. In tal modo, stando alle parole del rettore dell’Università di Ave Maria, Nicholas Healy, verrà ricostruita «la Città di Dio», in un Paese che «soffre di un catastrofico crollo culturale». Stando ai dati forniti dalla Fondazione Ave Maria, già 7mila persone hanno chiesto di poter andare a vivere nel «nuovo Eden», e il 60% delle attività commerciali è già stato assegnato. Alcuni attivisti dei diritti civili hanno manifestato l’intenzione di denunciare il progetto per violazione delle leggi sulla separazione tra stato e chiesa. Vero è, però, che nessuno è obbligato a trasferirsi ad Ave Maria, e chi lo vuole fare sa a cosa va incontro. Qualche protesta, che appare più sensata, arriva dai movimenti ambientalisti, che ritengono che la costruzione di Ave Maria ridurrà l’ambiente naturale della pantera della Florida, una specie di piccolo puma di cui ormai esistono meno di 50 esemplari; ormai, però, il progetto è in fase avanzata di realizzazione. […] Sia quel che sia, a febbraio di quest’anno è stata posata la prima pietra del futuro ateneo, che ha ricevuto anche la benedizione (è proprio il caso di dirlo) del governatore (protestante) della Florida, Jeb Bush, che ha ringraziato Monaghan per la scelta del suo Stato. Forse non gli è stato detto che il «Papa della pizza» aveva scelto inizialmente il Michigan, le cui autorità gli avevano però negato il permesso di edificazione di Ave Maria.
L’articolo è apparso su Corriere.it
Disponibile anche un link al sito del progetto
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