E Fidel strizza l’occhio ai papa-boys

Secondo il cardinal Martino il «lider» si sarebbe schierato contro l’aborto
Fidel contro l’aborto?. Il cardinale Renato Martino presidente del Pontificio consiglio e pace, in un recente viaggio nell’Isola, avrebbe colto infatti un interessamento del lider maximo all’impegno della chiesa romana per combattere l’aborto e non solo: «Piuttosto – ha aggiunto Martino che ha presentato in Centroamerica il nuovo compendio di Benedetto XVI – su tutta l’azione sociale della chiesa». Il che non rappresenterebbe una straordinaria novità considerato che – in questo fine secolo, due significativi incontri – hanno segnato un nuova era di rapporti tra Vaticano e Cuba. Il primo si ebbe nel 1996, quando Fidel si recò a San Pietro e rivolse un invito particolare a papa Wojtyla a visitare l’isola; il secondo, anch’esso storico, avvenne nel 1998. Quando Giovanni Paolo II arrivò all’Avana. Le cose cambiarono, per un momento ed anche significativamente, poiché la chiesa romana ebbe maggiore liceità a seguire il culto rispetto a prima. Mentre Fidel Castro (del quale si sottolinea frequentemente il suo primo insegnamento salesiano) ottenne un riconoscimento internazionale della sua lotta contro l’embargo Usa. Come limitare, invece, la pratica dell’aborto non si era mai apertamente parlato; semmai c’erano state forti pressioni per riattivare la scuola cattolica e gli istituti religiosi. Alcuni dei quali sono stati riaperti. La lotta all’aborto o la stessa scelta della donna sarebbe, invece, un grossa novità e un passo indietro. A Cuba le donne hanno avuto sempre una buona dose di libertà e di decisione. Da subito, appena dopo la rivoluzione del `59 ed è stata una delle ragioni per le quali spesso si è lottato contro il machismo latinoamericano.
Articolo pubblicato sul Manifesto

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