Verrebbe da dire: «Che Allah vi protegga!». Se non fosse che sono dei musulmani che non credono più in Dio. Anzi si professano atei. Ma ciò che maggiormente colpisce è che abiurano l’islam pubblicamente, rivendicano con orgoglio l’affrancamento da una religione da loro vissuta come una forma di schiavitù intellettuale e percepita come la vera fonte della cultura dell’odio e della morte. Così come sorprende, in questa fase storica dove predomina la paura, che il numero degli ex musulmani- atei dichiarati è in crescita. Al punto che hanno dato vita a un proprio sito, Apostates of Islam. Il caso più recente, forse il più eclatante, è di Wafa Sultan, psicologa e scrittrice di origine siriana, residente negli Stati Uniti, che nel giro di una settimana si è beccata prima un’accusa di miscredenza in diretta sulla televisione Al Jazira da parte di un docente dell’università islamica di Al Azhar, poi una vera e propria fatwa, responso giuridico islamico, di condanna di apostasia. […] «Ciò che vediamo non è uno scontro di civiltà o di religione — ha affermato Wafa — ma è uno scontro tra due opposti, una mentalità medioevale contro quella del ventunesimo secolo, tra la civiltà e l’arretratezza, tra la libertà e la repressione, tra la democrazia e la dittatura». […] «Sono i musulmani ad avere scatenato la guerra di civiltà, da quando il profeta dell’islam disse: “Mi è stato ordinato di combattere la gente fino a quando non credono in Dio e nel suo profeta” e da quando i musulmani hanno diviso la gente tra musulmani e non musulmani». E ancora rivolgendosi al docente islamico: «Come spiega a suo figlio il versetto che recita: “Combattete quelli che non credono né in Dio né nel Giorno ultimo?” (Corano, IX, 29)». […] Un altro caso eclatante di ex musulmano- ateo dichiarato è quello diMessaoud Bouras, dirigente dell’Associazione maghrebini laici di Francia. […] Da quando Ibn Warraq, un intellettuale nato musulmano in India e riparato negli Stati Uniti, scrisse Perché non sono musulmano (Edizioni Ariele, 2002), l’elenco degli exmusulmani- atei dichiarati si allunga sempre più. Il boom c’è stato dopo l’11 settembre. Più è evidente l’atrocità del terrorismo islamico, più musulmani ne prendono pubblicamente le distanze, anche con scelte estreme.
A mio avviso ciò è un fatto positivo, non tanto perché diventano atei, ma perché affermano il primato della persona e della cultura della vita e della libertà su un ideologismo che, facendo riferimento a un’interpretazione dell’islam, disprezza la persona e promuove la morte.
Il testo integrale dell’articolo di Magdi Allam è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera