Non sono tutti giovani e forti: l’incredibile storia di Anthony

Il futuro di Anthony Opoku Kofi è precipitato in uno dei tanti crepacci delle leggi sull’immigrazione. In particolare quello che si è formato per un pregiudizio del legislatore: che gli immigrati siano tutti giovani, sani e forti. E, chissà, forse Anthony s’illudeva di esserlo quando, nel 1999, raggiunse l’Italia dal Ghana. Non aveva permesso di soggiorno, né contratto di lavoro. Allora i suoi figli Davis, Jennifer e Mavis avevano sette, cinque e un anno. Anthony sperava, una volta regolarizzata la sua posizione, di portarli in Italia assieme alla moglie Mercie. Aveva calcolato una separazione di un paio d’anni. La malattia che ancora oggi gli impedisce di vedere la sua famiglia si manifestò nel 2001, quando stava per compiere 37 anni. Emicranie improvvise e violentissime, dolori al petto. Fu ricoverato al Policlinico di Palermo, poi dimesso, poi di nuovo ricoverato. Sino al 2002, quando lasciò l’ospedale con un certificato che parlava di “ipertensione arteriosa e insufficienza cardiaca”. Sostanzialmente inidoneo a lavorare, a meno di non svolgere lavori diversi da quelli alla portata di un immigrato africano. Ma tenne duro. D’altra parte quello stesso certificato medico che gli sconsigliava di svolgere lavori pesanti, gli diceva anche di non tornare in patria dove non avrebbe potuto trovare lavori migliori e, certamente, avrebbe avuto un’assistenza medica del tutto inadeguata. L’idea che gli immigrati siano fatti di un materiale speciale non si spinge fino al punto di negare loro l’assistenza sanitaria. Al contrario, e di questo l’Italia può vantarsi, gli stranieri, vengono curati e assistiti: nel 2001 Anthony ebbe un permesso di soggiorno per motivi di salute. Il pregiudizio si manifesta nel momento in cui il paziente ha esigenze che vanno oltre la terapia. Quando, come è accaduto ad Anthony, diventa un invalido civile. Il 20 giugno del 2003 lavorava da un mese finalmente sotto contratto. Era cioè nella condizione per avviare la pratica per farsi raggiungere dalla moglie e dai figli, quando la diagnosi dei medici del policlinico ebbe una conferma tragica: un ictus, la parte destra del corpo paralizzata. La fine del lavoro e anche dei sogni.[…] Nell’ottobre dello scorso anno si è conclusa. Anthony è totalmente inabile al lavoro, avrebbe diritto a una pensione. Ma è qui che si apre il crepaccio della legge. Per poter ricevere l’assegno mensile, Anthony dovrebbe avere la carta di soggiorno, e non ha maturato il diritto di ottenerla. Questo gli impedisce anche di portare la moglie e i tre figli in Italia.[…]
La storia completa è raggiungibile su Repubblica.it

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