Italia: «Vita pastorale» giudica i partiti

[…] Prendiamo la famiglia: il centrosinistra sembra accettare le coppie di fatto e volere una normativa in proposito. Il centrodestra si proclama il grande difensore della famiglia tradizionale cattolica. Ma come si fa a dimenticare che quasi tutti i capi del centrodestra sono divorziati e risposati, o hanno scelto di trasformare la loro unione in coppia di fatto? I cristiani sanno che per un credente vale molto più l’esempio che l’astratta affermazione dei valori. […] L’elettore comunque è chiamato a dare un voto che favorisce programmi che condivide e appoggia inesorabilmente anche programmi che non ama. I primi come i secondi sono presenti in ognuno degli schieramenti. Un cristiano, e a maggior ragione un prete, non può solo condannare quei programmi che non ama: ci sono in ogni schieramento. Può però dare maggiore forza, all’interno delle coalizioni, a quel partito o raggruppamento meno lontano dalle sue attese, in modo che quel partito, in forza dei voti ottenuti, possa anche influire maggiormente sulla formazione e l’attuazione del programma di governo. È l’unico modo in cui si può influire sulle scelte, dal momento che l’altro modo, quello di rafforzare con la preferenza il candidato che dava maggiori garanzie, è stato annullato da una legge che delega ai partiti la scelta dei nomi dei candidati, un metodo che solo le grandi dittature, e in Italia il fascismo, avevano adottato. Vengono spesso citate frasi di Pio XI e di Paolo VI che in modi diversi ricordavano che la politica è la più grande espressione dell’amore cristiano. Non abbandoniamola – felici di avere mani pulite solo perché non abbiamo più le mani – ai politicanti e mestieranti, che la considerano solo il luogo del potere e dell’arricchimento personale.
Il testo integrale dell’articolo di Maurilio Guasco è stato pubblicato sul sito di Vita Pastorale

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