Per la prima volta in Italia la popolazione in rivolta ha promosso un referendum contro la costruzione di una moschea. Succede a Colle Val d’Elsa, 14 mila anime in provincia di Siena, in una zona dove la sinistra un tempo comunista e oggi diessina ha da sempre il monopolio del potere. Ecco perché a maggior ragione diventa un caso emblematico dell’insofferenza profonda nei confronti della temuta prospettiva di uno stravolgimento identitario, di una involuzione culturale e di un degrado sociale da parte di una cittadinanza cresciuta con il mito del multiculturalismo e della solidarietà terzomondista. La prima illustrissima vittima potrebbe essere il nostro sommo poeta Dante. Se, come ha preannunciato il sindaco Paolo Brogioni in risposta a una mozione presentata da Leonardo Fiore della Lista civica «Insieme per Colle», non vale la pena ampliare l’attuale biblioteca comunale «perché all’interno del nuovo centro islamico sorgerà una grande biblioteca multiculturale aperta alla cittadinanza », che ne sarà della Divina Commedia dato che in essa Maometto viene condannato all’Inferno? La richiesta per indire il referendum è stata depositata in Comune giovedì scorso, 2marzo, da parte del Comitato Abbadia, dal nome del quartiere dove dovrebbe sorgere la moschea, e dalla Lista civica «Insieme per Colle». I colligiani dovranno dire sì o no a un quesito secco: «Volete voi che venga realizzata la costruzione di un centro culturale islamico con annesso luogo di preghiera nel Comune di Colle Val d’Elsa, all’interno del parco pubblico di San Lazzaro, situato nel quartiere La Badia?». Il comitato promotore si sente forte della raccolta, nell’aprile 2004, di circa 4 mila firme( il 29% della cittadinanza) nell’ambito di una petizione popolare contro la costruzione della moschea. A differenza della petizione il referendum, che è consultivo, diventerebbe vincolante se venisse approvato dalla maggioranza assoluta più uno. […]
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