La decisione del cardinale Raffaele Renato Martino, presidente del pontifico Collegio giustizia e pace, ha tutto l’aspetto di una importante apertura, nel segno del rispetto reciproco. Si approva l’insegnamento della religione islamica nelle scuole italiane, secondo quanto richiesto da un documento dell’Ucoii, l’unione di comunità islamiche che fa riferimento ad Hamza Piccardo, nel quale si chiedeva anche di aggiornare e modificare i libri scolastici che contengono “notizie palesemente false sull’Islam e i musulmani” e di inserire la lingua araba come materia di studio facoltativo. Semmai, una prima nota di perplessità potrebbe venire dal fatto che un cardinale esprime la posizione vaticana sull’insegnamento nelle scuole italiane, fornendo un’autorizzazione che difficilmente è legittimata a dare. […] Lo Stato viene visto come un insieme di comunità, ognuna legata alla propria fede e ai propri riti, che li perpetua utilizzando le strutture dello Stato stesso. Il rapporto tra queste diverse religioni diventa così il rapporto tra le diverse comunità, ognuna tesa a ribadire la propria identità. Tutto questo, mediato da un clima di rispetto reciproco che è semplicemente la decisione che è meglio convivere che sgozzarsi, ma sempre nell’intima convinzione che la propria è la fede giusta. Chiaramente, in tutto questo laici, atei e agnostici sono sostanzialmente esclusi dal consesso civile, ma forse nemmeno questo è il punto fondamentale. L’aspetto agghiacciante è questa stasi mortifera delle identità, che colonizza ogni spazio pubblico e arriva, con estrema facilità, a riconoscersi come padrona in casa propria, accettando magari che il vicino di casa sua possa fare come vuole, ma sempre facendo prevalere i propri precetti sulle istanze generali, e perciò aconfessionali. […] Nel convergere di questi fondamentalismi, come sempre, a rimetterci è l’idea moderna di democrazia, per cui i singoli cittadini, dotati di un apparato di diritti universali, sono soggetti a un insieme di leggi valide per tutti, decise democraticamente, che non discriminano nessuno ma che prescindono completamente dalle appartenenze. Il risultato è che, alla fine dei conti, la modernità, ridotta a tolleranza, viene riassorbita nel ventre di santa madre Chiesa, da cui era riuscita a strapparsi a viva forza.
Il testo integrale dell’articolo di Nane Cantatore è stato pubblicato su AprileOnLine