Il Vaticano e La Mecca si stringono la mano e rinserrano i ranghi – in un’alleanza che più santa non si può – a difesa dei rispettivi integralismi. «Sì all’ora di Corano nelle scuole italiane – esorta il cardinale Raffaele Renato Martino, presidente del Pontificio consiglio giustizia e pace, a margine di un convegno a Roma. al centro culturale di San Luigi dei Francesi – perché il rispetto non deve essere selezionato». Dunque pace fatta e a ognuno il suo: ai figli di Pietro la cattolica ora di religione con tanto di valutazione nel curriculum scolastico, agli eredi di Maometto le sure del Corano. […] Parole sante, verrebbe da dire, non fosse che bello sarebbe stato – piuttosto – proporre di insegnare l’Islam ai bambini cattolici e il cattolicesimo ai bambini islamici così come, ad entrambi, l’ebraismo. Come che sia gli islamici ringraziano per il segnale di dialogo e fratellanza ma all’ora di Islam a scuola preferiscono altro: «Quella indicata dal cardinal Martino è una strada di difficile applicazione – dice il presidente della Lega musulmana mondiale Mario Scialoja -, noi rispettiamo l’insegnamento facoltativo della religione cattolica nelle scuole italiane ma nella scuola pubblica di un paese laico va insegnata la storia delle religioni». Non di molto si discosta la posizione di Abd al Wahid Pallavicini, presidente della Comunità religiosa islamica italiana (Coreis) che all’insegnamento del Corano dichiara senza mezzi termini di preferire «l’insegnamento di tutte le religioni». Solo così gli studenti – afferma – verrebbero educati a un vero pluralismo religioso». In una scuola pubblica e laica – conclude Pallavicini – tutte le religioni devono entrare ma sotto forma di storia delle religioni. Un punto su cui concordano anche gli esponenti del mondo ebraico. […]
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