Consiglio dei diritti umani, no degli Usa

L’assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato mercoledì a larga maggioranza la creazione di un Consiglio dei diritti dell’uomo. Il nuovo organismo, di cui faranno parte 47 nazioni, sostituisce la commissione per i diritti umani di Ginevra a cui avevano aderito 53 Stati, ma che era finita nel mirino per avere consentito al proprio interno che stati incriminati per violazioni di diritti umani si proteggessero a vicenda con veti strategici al fine di evitare strumetalizzazioni. Settanta Paesi hanno votato a favore del nuovo Consiglio, quattro hanno votato contro, tre si sono astenuti. Uno dei voti contrari è quello degli Stati Uniti secondo cui le sue regole operative non sarebbero sufficientemente forti da prevenire l’eventualità che Paesi riconosciuti come violatori di diritti umani possano avere un seggio all’interno dell’organismo. Il no degli Stati Uniti non è una sorpresa, perchè lo aveva preannunciato il Segretario di Stato Condoleezza Rice in una conversazione telefonica con il presidente dell’Assemblea Generale, Jan Eliasson, garantendo che gli Usa avrebbero finanziato il Consiglio e avrebbero partecipato ai suoi lavori. gli Stati Uniti volevano un Consiglio «più forte»: con una maggioranza necessaria dei due terzi per farne parte (escludendo così di fatto tutte le dittature) e l’espulsione automatica di chi non rispetta i diritti umani e per tali ragioni è finito sotto inchiesta internazionale. Il Consiglio sostituisce l’attuale commissione, decisamente discreditata, perchè ci partecipano dittature come il Sudan, il Myanmar (Birmania) e lo Zimbabwe. Oltre agli Stati Uniti hanno votato contro Israele, le isole Marshall e Palau. I tre astenuti sono Bielorussia, Iran e Venezuela. […] La Commissione di Ginevra dovrebbe terminare il suo mandato il prossimo 16 giugno; il nuovo Consiglio si insedierà invece tre giorni più tardi.
Fonte: Corriere.it

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