È sciopero generale in tutta la Palestina all’indomani dell’incursione delle truppe israeliane nel penitenziario di Gerico per arrestare il leader del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Ahmed Saadat, altri quattro militanti del movimento estremistico d’ispirazione marxista nonché un esponente ricercato di al-Fatah, Fwad Shoubaki. Sia in Cisgiordania sia nella Striscia di Gaza le scuole sono rimaste chiuse, e così uffici e negozi. L’agitazione è stata decisa nel corso di una riunione d’emergenza tenuta ieri sera a Gaza dalle fazioni palestinesi «per condannare il sequestro di Ahmed Saadat, l’aggressione israeliana e l’uccisione di palestinesi»:due guardie carcerarie e un detenuto sono infatti morti nell’assalto e altre 26 sono rimaste ferite, cinque delle quali versano attualmente in condizioni critiche. Il leader palestinese Mahmoud Abbas ha dovuto, intanto, annullare il suo intervento all’Europarlamento, previsto per mercoledì a mezzogiorno per rientrare nei Territori Occupati. Lo ha reso noto il Parlamento europeo che ha condannato «fermamente» l’attacco alla prigione definendo «tristemente simbolico che le nostre azioni di sostegno ai palestinesi che si battono per la pace in Medio Oriente siano ostacolate dalla violenza». La missione in Europa di Abbas, che avrebbe anche incontrato la Commissione Ue dopo i colloqui di martedì a Vienna con la presidenza dell’Unione, puntava infatti a cercare il sostegno europeo nel chiedere ad Hamas il riconoscimento di Israele e degli accordi firmati dall’Anp. Nei Territori Occupati, intanto, sono stati liberati gli ultimi stranieri rapiti , un sudcoreano e due francesi, tutti giornalisti. […] Gli israeliani hanno attaccato sostenendo che il presidente Abu Mazen si stava apprestando a liberare Ahmed Saadat, accusato di essere l’organizzatore di un attentato che nel 2001 costò la vita del ministro israeliano di estrema destra per il Turismo, Rehavam Zeevi. Nel frattempo era scattata la rappresaglia nella zona di Gaza, dove militanti della “Brigate Che Guevara”ha iniziato prima a dare alle fiamme il British Council di Gaza e poi a rapire stranieri come forma di pressione. Oltre che di Saadat , Israele teme anche la liberazione di Ahmed Shobaki, il consigliere finanziario del presidente Yasser Arafat coinvolto nell’acquisto della nave “Karine A” con cui l’Anp – secondo Israele – cercò all’inizio dell’Intifada di trafugare ingenti quantità di armi iraniane nei Territori. La stampa israeliana, nel day after dell’attacco militare israeliano, è in pieno tripudio. E i toni biblici dell’occhio per occhio, invadono le pagine dei quotidiani. «Il conto è chiuso» afferma Yediot Ahronot, «Tsahal (acronimo delle forze armate israeliane) presenta: il Giorno del Giudizio» titola ancora Maariv che esclama:«Li abbiamo presi» pubblicando le foto di Saadat bendato e con le mani legate.
Fonte: Unità.it