La nota ministeriale impugnata “utilizza una formula ambigua che consentirebbe di vanificare l’ordine di questo giudice” e comunque non possibile “continuare a redigere la parte del ‘portfolio’ relativa alla religione già sospesa da questo tribunale”. Con queste motivazioni la III Sezione quater del Tar del Lazio, presieduta da Mario Di Giuseppe, ha accolto l’istanza proposta dalla Flc-Cgil per chiedere la sospensione degli atti con i quali il ministero dell’Istruzione, all’inizio dello scorso mese, è ritornato sul tema della circolare recante le linee guida per la definizione e l’impiego del portfolio delle competenze nella scuola dell’Infanzia e nel primo ciclo dell’istruzione. Già lo scorso 2 febbraio il Tar aveva accolto parzialmente una precedente istanza di sospensione della circolare, ritenendo non manifestatamente infondata la richiesta che la religione cattolica fosse da considerare una materia facoltativa. La Flc-Cgil, così, si è rivolta ai giudici del tribunale amministrativo contestando le successive note con le quali il ministero ha stabilito tra l’altro, che con riferimento all’insegnamento della religione cattolica “in attesa che si risolva il contenzioso in corso circa le modalità di valutazione, le scuole per l’anno in corso potranno continuare a redigere, per gli alunni che si sono avvalsi di questo insegnamento, la nota finora prevista”. La Federazione lavoratori della conoscenza-Cgil, così, ha chiesto ai giudici di ordinare al Ministero di dare esecuzione alla loro precedente ordinanza e di sospendere le nuove note ministeriali. E il Tar ha accolto la richiesta, “considerato – si legge nel provvedimento – che la precedente ordinanza di questo tribunale ha valenza erga omnes anche per quanto attiene all’insegnamento della religione”. Ritenendo che la nota impugnata utilizzi una “formula ambigua”, poi, gli stessi giudici hanno chiarito come il riferimento normativo “non consenta di ritenere che si possa continuare a redigere la parte del ‘portfolio’ relativa alla religione già sospesa da questo tribunale”. […] “Particolarmente pesante – aggiunge – il giudizio del Tar sul comportamento ‘furbetto’ del ministero: in poche settimane due atti sospesi dal Tar rappresentano un record particolarmente negativo”. Il ministro dell’Istruzione, così, secondo Panini, “esce malissimo da una vicenda nella quale, incurante dell’illegittimità delle sue norme e del caos che si sarebbe prodotto nelle scuole, ha cercato di forzare in tutti i modi”.
Fonte: Repubblica.it