Fino a tre settimane fa la dottoressa Wafa Sultan era una psichiatra siro-americana pressoché sconosciuta, che viveva a Los Angeles e provava una profonda rabbia e tanta disperazione per i suoi correligionari musulmani. Oggi, grazie a una intervista insolitamente dura e provocatoria trasmessa il 21 febbraio da Al-Jazeera, è un fenomeno internazionale, salutata da alcuni come un rigenerante esempio di razionalità, da altri come un’eretica e un’infedele che merita solo di morire. Nell’intervista, cliccata su Internet oltre un milione di volte e inviata via e-mail a centinaia di migliaia di persone nel mondo, Sultan aveva aspramente criticato i religiosi musulmani, i sacri guerrieri e i leader politici che lei reputa abbiano radicalmente alterato gli insegnamenti di Maometto e del Corano per 14 secoli.
Sultan afferma che i musulmani di tutto il mondo sono precipitati in un vortice di auto-commiserazione e di violenza. Dice che il mondo non sta assistendo a uno scontro di religioni o di cultura, ma alla lotta tra la modernità e la barbarie, una battaglia che le forze dell’Islam violento e reazionario sono destinate a perdere. […] “Soltanto i musulmani difendono i principi in cui credono riducendo a un ammasso di ceneri le chiese, uccidendo la gente e distruggendo le ambasciate. Questa strada non porterà ad alcun risultato. I musulmani devono chiedersi che cosa possono fare per il resto del genere umano, prima di chiedere che gli altri li rispettino”. […] La sua vita è cambiata nel 1979, quando è diventata studentessa di medicina all’università di Aleppo. All’epoca la Fratellanza islamica ricorreva al terrorismo per cercare di destabilizzare il governo del presidente Hafez al-Assad. Uomini armati appartenenti alla Fratellanza islamica fecero irruzione in un’aula dell’università e uccisero il suo professore sotto i suoi occhi. “Gli spararono contro centinaia di proiettili gridando “Dio è grande!”. Fu in quel momento che persi la fede nel loro dio e iniziai a mettere in discussione tutti i nostri precetti. È stata la svolta nella mia vita, e mi ha portato a essere quella che sono. Me ne sono dovuta andare dalla Siria. Ho dovuto cercare un altro dio”. Wafa Sultan dice di non essere più praticante: “Sono un essere umano laico”. L’altro ospite del talk show di Al Jazeera, il professore egiziano specializzato in studi religiosi Ibrahim al-Khouli, le ha chiesto: “Lei è un’eretica?”. E poi ha dichiarato che non valeva la pena di rimproverarla o di discutere con lei, perché era solo una blasfema. Wafa Sultan ha intepretato queste parole come una fatwa formale, una condanna religiosa. Da allora, racconta, aver ricevuto moltissime minacce di morte sulla sua segreteria telefonica o tramite e-mail. […]
Il testo integrale dell’articolo di John M. Broder è stato pubblicato sul sito di Repubblica