Ispirato, vagamente messianico, lui di solito così misurato: «Queste elezioni sono anche una scelta tra due diverse visioni del mondo». Montanelliano nel ricordare la ricetta del grande Indro su come guarire dal berlusconismo: «Il Cavaliere è come una malattia infantile, bisogna provarlo perché poi ci si vaccina». Puntiglioso, quasi stizzito, all’idea che si tenti di spacciare il programma dell’Unione come un mix di laicismo e anticlericalismo: «Falsità, nella nostra proposta i valori cattolici sono rappresentati in modo assai più forte e credibile di quanto avviene da parte dei nostri avversari». […] Poi la questione cattolica. Dopo aver rivendicato una maggiore vicinanza ai valori della Chiesa rispetto alla Casa delle Libertà, il leader dell’Unione rigetta le accuse sui Pacs, definisce «cristiana preoccupazione» il dovere di tutelare i diritti delle unioni di fatto, ribellandosi all’idea che l’alleanza con Pannella & Company sia qualcosa di politicamente blasfemo («Perchè devono essere considerati la pietra dello scandalo solo ora che si sono alleati con noi?»). […]
Il testo integrale dell’articolo di Francesco Alberti è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera