Nella scuola di mio figlio le lezioni di religione, svolte da un seminarista, vertono solitamente su questioni di morale. Recentemente l’insegnante ha affrontato, ad esempio, la questione della masturbazione come peccato, suscitando l’ilarità generale degli alunni di quarta liceo. Mi chiedo se non sia il caso che il ministero della Pubblica Istruzione rimetta mano ai programmi di religione da svolgere nelle scuole statali e paritarie. Credo che sia più proficuo lasciare che le questioni morali siano dibattute in ambiti parrocchiali.
Anna Ciriello, Roma
Fonte: Corriere.it