[…] Se Calderoli ha lasciato lo scorso 18 febbraio il dicastero delle Riforme dopo aver esibito in tv, sotto la camicia, la maglia con la riproduzione di una delle caricature (iniziativa che aveva scatenato la protesta anti-italiana in Libia e attirato addirittura l’anatema del braccio destro di Bin Laden, Al Zawahiri); la signora Freivalds sconta piuttosto un’operazione di censura (che nella socialdemocratica Svezia è una seria violazione della Costituzione), con l’aggravante di un comportamento ambiguo. La vicenda comincia oltre un mese fa con un giovane funzionario degli Esteri che fa pressioni perché un sito web della destra nazionalista, che ripubblica le vignette, sia chiuso. L’operazione riesce il 9 febbraio: Sverigedemokraternas.se viene oscurato (sarà poi riaperto). A specifica domanda dei giornalisti, il ministro Freivalds nega di essere a conoscenza di ordini partiti dai suoi uffici in direzione di Levonline , società che amministra il sito xenofobo. Piuttosto, spiega, si è trattato di suggerimenti, nell’idea che quelle riproduzioni potessero creare danno agli svedesi. Ma sulla ricostruzione della vicenda si accumulano segnali (e documenti) in senso opposto, finché lunedì appare chiaro che il ministro è in realtà al corrente di tutto l’affare, dall’inizio, pressioni comprese. E che non solo, nella visione dell’opinione pubblica svedese, è andata contro la libertà di espressione sancita dalla Carta, ma soprattutto: ha mentito. […]
Il testo integrale dell’articolo di Alessandra Coppola è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera