E nell’Europarlamento nasce la «lobby cristiana»

Forse il destino o, se si preferisce, la potenza dell’imprevedibilità. Certo è suggestivo che ieri si sia tenuto il battesimo della «lobby cristiana» nell’Europarlamento il giorno dopo un epico scontro via e-mail tra credenti e no che affollano il palazzone che sorge nei pressi di rue Belliard. È accaduto infatti che martedì, l’assistente parlamentare di un deputato ungherese del Partito popolare, Lazslo Surjan, avesse fatto circolare un messaggio tra gli addetti ai lavori in cui notificava come nella chiesa del Santo Sacramento, il giorno seguente, si sarebbe celebrata una messa di Quaresima. Un messaggio come tanti altri che annunciano riunioni pro gay o incontri di letteratura mongola o concerti di musicisti andini a beneficio degli eletti dei 25 Paesi soci. Ma stavolta la posta elettronica degli eurodeputati è andata in tilt, costringendo l’alto funzionario preposto ai computer a pregare gli eurodeputati e i loro assistenti di non replicare oltre: «Questo è spam» (immondizia), una delle risposte meno ostili rinviate al mittente. «Sappiate che qui siamo tutti atei!», un altro messaggio. «Come vi permettete di seccarci con questi annunci», un altro ancora. «Credere o non credere è un fatto personale» uno dei meno urticanti. Insomma un pandemonio, cui forse era inevitabile che ieri seguisse la notifica della nascita della «lobby cristiana» che ha preso vita nell’Europarlamento dopo tre anni di gestazione, annunciata dal vicepresidente dell’assemblea, l’italiano Mario Mauro (Ppe-Forza Italia) [e Comunione e Liberazione, NDR], al cui fianco erano il capogruppo azzurro Tajani, e rappresentanti delle associazioni – italiane, francesi, polacche, spagnole – che costituiscono il nocciolo duro del nuovo gruppo di pressione. […]
Il testo integrale dell’articolo di Alessandro Caprettini è stato pubblicato sul sito del Giornale

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