Lo scontro su laicità e questione cattolica continua ad agitare l’Unione, e rischia di far abortire il Partito democratico che dovrebbe nascere da ds e Margherita dopo le elezioni. La Rosa nel pugno di Emma Bonino ed Enrico Boselli ha fatto – come accusa il ds Chiti – della laicità la propria «bandiera» elettorale, e tutta l’ala sinistra dell’Unione è costretta a inseguirla per cercare di non lasciargliene il monopolio e il relativo bottino in voti. Così ieri Fausto Bertinotti ha aperto alle adozioni da parte di coppie gay: «Non capisco perché un nucleo di persone, indipendentemente dal loro orientamento sessuale, non possa allevare un bambino altrimenti privato di ogni affetto». Persino Oliviero Diliberto si è reso conto del pericolo: «Nel programma del centrosinistra c’è troppa timidezza sul tema cruciale della laicità». […] Ma il partito più in difficoltà è la Quercia, costretta a giocare in difesa: «Vorrei dire alla Bonino – dice Massimo D’Alema – che in tema di laicità noi Ds non siamo secondi a nessuno». […] Ma la gragnuola di colpi della Rosa ai ds non si ferma: «Mi pare grave che subiscano la linea proposta da Rutelli e dalla Margherita che sembra direttamente dettata dal cardinale Ruini», attacca Daniele Capezzone. […] Il segretario dello Sdi Boselli mette il dito nella piaga: il Botteghino sta facendo monitorare con particolare attenzione il rischio «splitting», ossia che una quota di elettori rifiuti di votare alla Camera la Lista dell’Ulivo e scelga la Rosa per protesta contro l’alleanza con la cattolica Margherita, mettendo la croce sulla Quercia al Senato, dove corre sola. Rischio molto concreto, confermano i sondaggi. E che contribuirebbe a un problema che Romano Prodi e i suoi si stanno ponendo in queste settimane: che succede se il listone unitario prende meno voti della somma di Ds e Margherita al Senato? Al momento, i sondaggi sarebbero sul filo di rasoio, una fuga di voti ds potrebbe aumentare il gap, dimostrando che l’Ulivo è meno appetibile dei singoli partiti, con grave smacco per il candidato premier. Tanto che per scongiurarlo nella Margherita è partito un tam tam sotterraneo dei prodiani, avversari di Rutelli e della sua «deriva clericale»: racconta ad esempio il costituzionalista Stefano Ceccanti, ulivista convinto, di aver ricevuto diverse e-mail che invitano a non votare al Senato il simbolo della Margherita, trasferendo il voto alla lista dei Pensionati, «l’unica lista civetta del centrosinistra». […]
Il testo integrale dell’articolo di Laura Cesaretti è stato pubblicato sul sito del Giornale