Ostie in classe, scambiate tra i banchi come figurine durante l’ora di lezione. Un «giochetto» inventato per movimentare il clima scolastico, ironico nelle intenzioni, ma considerato irrispettoso dai docenti. Nel mirino delle beffe un simbolo sacro della religione cristiana, degradato a materiale di scherzi studenteschi. La bravata, scoperta dai professori nella terza liceo di un istituto del centro storico, di Padova, è costata tre giorni di sospensione allo studente, che è anche rappresentante di classe. Ma la punizione decisa dal consiglio di istituto per lo «spacciatore di ostie», non si è limitata al provvedimento disciplinare. Per fare riflettere il ragazzo, la scuola ha pensato anche a una «lezione» compensativa, affidando allo studente una ricerca di dieci pagine sulla storia e il significato del sacramento dell’Eucarestia in Italia e nel mondo, un compito da trattare sia dal punto di vista storico che religioso. E naturalmente da studiare a fondo. Un modo per costringerlo a conoscere la materia su cui ha scherzato. […]
Il testo integrale dell’articolo di Francesca Visentin è stato pubblicato sul Corriere del Veneto di ieri
Il ragazzo è obbligato a trarre la conclusione che la cosa è seria o alla fine dello studio è libero di pensare che le credenze delle religioni sono perlomeno ingenue? Pensare che sia ridicola la pretesa che le ostie siano non il simbolo, ma concretamente il corpo di Cristo, è reato in Italia?