-Oggi il Papa, una settimana fa il Presidente dei vescovi italiani Ruini. I principi della chiesa «non sono negoziabili», hanno detto… R: «Mi chiedo cosa voglia dire il Papa. Che per la Chiesa esistano dei principi “non negoziabili” a cui sia bene che le persone adeguino la loro condotta, i loro comportamenti, è cosa del tutto condivisibile. Ed è legittimo che la Chiesa chiami i cattolici a testimoniarne. Questo lo capisco, perché penso che la libertà religiosa sia uno dei fondamenti della libertà, la libertà senza aggettivi. So ovviamente che la Chiesa – o meglio, le chiese – e la religione – le religioni – hanno una forte influenza sulla società, sul pluralismo dei valori che fonda la libertà. Ma se il Papa ritiene che l’espressione “non negoziabile” vuol dire che la legge dello Stato deve necessariamente adeguarsi ai principi enunciati, allora io dico di no. L’unico “principio non negoziabile” di una società libera, democratica, aperta, è la laicità dello Stato». -Spesso, alla vigilia di elezioni politiche, il presidente della Cei è intervenuto sui “valori”. Ma l’intervento del Pontefice, almeno recentemente, è una novità. R:«Spero che nessuno voglia utilizzare elettoralmente le parole del Papa, non credo che Benedetto XVI ne avesse l’intenzione. Certo guardo con qualche preoccupazione agli effetti perché la presa di posizione della Chiesa ha sempre un effetto politico – agiscono cioè sulla polis – ma credo che non siano né debbano essere volte a condizionare la competizione per il governo del Paese. In questo caso si tratterebbe di una violazione del Concordato. […] -È la stessa questione che sottende alla polemica sulle radici cristiane dell’Europa? R:«La chiave della formazione dell’occidente moderno – dalla caduta del Sacro Romano impero – consiste esattamente nella separazione della spada dalla croce, dello Stato dalla Chiesa. Il nostro più prezioso patrimonio è la separazione di Stato e Chiesa. E infatti parlare di laici e cattolici è improprio. Laici siamo tutti, o cattolico solo chi crede. Conosco infatti molti atei clericali, molti cattolici laici».
L’intervista completa a Mussi è raggiungibile sul sito dell’Unità