Le preghiere non aiutano i malati di cuore a guarire. Lo sostiene uno studio realizzato dal Mind/Body Medical Institute di Boston, in Massachussets, in collaborazione con l’Integris Baptist Medical Center a Oklahoma City, dell’omonimo stato americano. L’indagine è stata condotta su un campione di circa 1.800 persone tutte affette da problemi cardiaci. I pazienti sono stati suddivisi in tre gruppi di cui i primi due sono stati affidati alle preghiere di diversi religiosi. I ricercatori non hanno notato alcun beneficio nelle persone assistite dalle orazioni dei preti. Anzi, i malati che sapevano di essere diventati oggetto di preghiere da parte di persone che non conoscevano hanno mostrato livelli di stress superiori agli altri pazienti. […] La ricerca è costata 2,4 milioni di dollari ed è stata finanziata, in primis, dalla John Templeton Foundation, un’associazione che supporta gli studi in ambito spirituale. Su scala nazionale, il governo americano ha investito dal 2000 oltre 2,3 milioni di dollari in ricerche sul potere della preghiera. Solo negli ultimi sei anni sono stati realizzati oltre dieci differenti studi in materia.
Fonte: Alice News
Chiudendo l’articolo dedicato alla notizia, pubblicato oggi su “Repubblica”, Vittorio Zucconi si è lasciato andare a questa ingloriosa frase: “La preghiera, a differenza della medicina, non fai mai male”. Se è per quello, non fa mai bene, e non è il caso di giocarsi una guarigione rinunciando alle cure. A Zucconi, che probabilmente dovrà ora cambiare medico, suggeriamo la lettura di qualche libro: quella sì, non fa mai male e, anzi, fa quasi sempre bene.