Sì alla libertà religiosa e a (un certo) cinema, ma divieto assoluto di esibirsi nella danza del ventre, chiusura immediata dei casinò e lotta senza quartiere al ‘’nudo e alla volgarità”. Attallah Abu al-Sibbah, neoministro della Cultura di Hamas, riassume così la sua ‘visione’ per il futuro, ben lontana dal deposto regime dei mullah in Afghanistan – “non vogliamo che la nostra gente diventi come i talebani” – ma comunque all’insegna di regole ben precise per “purificare” la società. In un’intervista al quotidiano britannico ‘Guardian’, al-Sibbah chiarisce subito che non ordinerà la demolizione di statue, né vieterà di pregare per un Dio che non sia Allah. Ma “ci sono dei limiti”, sottolinea, come per esempio la danza del ventre. “Si tratta di donne nude – dice – è qualcosa di non islamico”. Tutta colpa degli egiziani, secondo al-Sibbah, 58 anni, teologo di formazione. “Ci sono molte danzatrici russe in Egitto e vengono qui ad esibirsi. Se il fenomeno cresce, c’è il rischio che la gente si ribelli e cominci a uccidere. E noi non vogliamo che il nostro popolo diventi come i talebani”. Prima ancora della danza del ventre, al-Sibbah ha in mente altre ‘misure urgenti’, come la messa al bando dei casinò. Il neoministro della Cultura sta inoltre valutando se sia possibile vietare la vendita di alcolici, e vorrebbe fare in modo che uomini e donne non siedano nella stessa stanza nei luoghi di divertimento pubblici. C’è poi il nodo della nudità, uno dei principali ‘nemici da combattere’ secondo al-Sibbah. “Un giorno è venuta questa cantante egiziana e ci sono stati grossi problemi perché non era abbastanza vestita. Alcuni volevano che si esibisse, altri no”, spiega il ministro di Hamas. […] Al-Sibbah è invece più cauto quando parla di ‘Paradise Now’, la contestata pellicola sul terrorismo palestinese candidata all’Oscar quest’anno come migliore film straniero. “Devo prima vederlo – spiega il ministro – ci sono problemi, alcune scene, osservazioni, immagini… Se sarà necessario farò dei tagli. È normale. In ogni Paese ci sono censori. Ma non abbiamo problemi a mostrare il film”. […] Tuttavia il responsabile, che ha assunto le sue funzioni la settimana scorsa, tiene a precisare che il movimento di resistenza islamico “rispetta le altre religioni”. […]
Fonte: Metro