È da oggi disponibile un nuovo sondaggio sul sito UAAR. Questa la domanda: “Secondo te, in Italia, ci si può qualificare pubblicamente come atei?” Cinque le possibili risposte: “Ci mancherebbe altro, viviamo in un paese libero, non si rischia alcuna discriminazione”; “Non è facile dirsi atei, ma rinunciare a farlo significa mentire a se stessi”; “Ci si può autodefinire atei, ma è preferibile non sbandierarlo troppo in giro”; “Meglio usare qualche altra parola, ad es. scettico, non credente, laico…”; “Viviamo in un paese religiosamente condizionato, è più conveniente spacciarsi per cattolici anche quando non lo si è”.
Si può votare per il sondaggio dalla home page del sito UAAR
Contemporaneamente, è terminato il sondaggio precedente, che riguardava questa domanda: “Qual è il modello di rapporti Stato-Chiesa che preferisci?”. Questi i risultati: “Separatismo (ad es. Francia, USA)” 50%; “Multiconfessionalismo, atei inclusi (Belgio)”, 22%; “Lotta contro la religione (Cina)”, 20%; “Ierocrazia (Iran)”, 3%; “Religione di Stato di fatto ma non di diritto (Italia)”, 3%; “Religione di Stato di diritto ma non di fatto (GB, paesi scandinavi)”, 2%.