Da qualche tempo a questa parte l’affannoso, spasmodico e persino lacerante inseguimento del voto «dei cattolici» assomiglia più o meno alla ricerca del Santo Graal. In poche parole, c’è chi ci crede, chi pensa di sapere con certezza dove sia, chi suggerisce ipotesi più o meno verosimili. Ma nessuno, puntualmente, riesce a coglierlo in pieno. Da quando poi è affondata la Balena bianca, i ricercatori hanno scelto la via – anche mediatica – più agevole: quella di considerare i «cattolici» (e per riflesso, anche i «laici») quasi alla stregua di un’associazione di categoria. Un po’ come si fa con i «chimici», «metalmeccanici» o gli «industriali». […] Ma la ricerca del voto cattolico ha prodotto – tanto nella Cdl quanto nell’Unione – promesse, spergiuri, capitoli o paragrafi di programmi elettorali e in qualche caso anche treni e locomotive (senza però «la stessa forza della dinamite» di gucciniana memoria). Perché? Per scoprire, all’ultimo minuto, che forse – come notava ieri il manifesto – «l’ultimo voto utile inseguito lungo lo stivale» è quello laico (o addirittura laicista). Questa tendenza pare averla colta in pieno anche il cercatore di Graal Silvio Berlusconi che, conversando con Augusto Minzolini (sulla Stampa di ieri), si lasciava andare a laceranti ammissioni. Una su tutte: «Io sono sicuro di vincere ma se incredibilmente dovessimo perdere, e non lo credo, la colpa sarebbe solo dei radicali che si sono alleati con chi ha degli ideali opposti in economia, in politica estera, sulle libertà». […]Parallelamente, a sinistra, sembra cresciuto il timore dei Ds di perdere consensi sul terreno della laicità. È vero, come hanno sostenuto i dirigenti del Botteghino, che la Quercia sui temi della laicità non è seconda a nessuno. Il problema non è l’indiscusso coefficiente di laicità «reale» dei Ds; semmai è quello «percepito». Quello che, per esser chiari, genera il timore di perdere per strada qualche consenso (alla Camera) in favore della Rosa nel pugno. «Il nostro risultato sarà quello che consentirà a Prodi di andare a Palazzo Chigi», ha detto ieri Enrico Boselli. Il segretario dello Sdi è di parte, certo. Ma come la mettiamo con le ammissioni del Cavaliere?
Il testo integrale dell’articolo è stato pubblicato sul sito del Riformista