Esperienze pre-morte frequenti a chi già mescola sogno e realtà

La luce in fondo a un tunnel, calore, un senso di pace e felicità e il tempo che smette di correre. Sono gli ingredienti di tutte le esperienze pre-morte, raccontate da persone che hanno superato chine estreme come incidenti stradali, arresti cardiaci, stati di coma. Hanno i tipici connotati di una scena mistica, ma gli elementi ricorrenti fra persone originarie di tutti i continenti hanno solleticato la curiosità dei neurologi, partiti alla caccia delle possibili basi biologiche di queste esperienze. Kevin Nelson dell’università del Kentucky ha studiato 55 volontari cui era capitato di gettare uno sguardo sull’aldilà o di ritrovarsi a galleggiare nell’aria, guardando dall’alto il proprio corpo. Il 60 per cento aveva una strana propensione – anche precedente all’esperienza traumatica – a mescolare il sogno con la realtà e a vivere scene oniriche perfino nel bel mezzo della giornata. […] Nel 60 per cento dei suoi 55 volontari, Nelson aveva notato che il velo tra sogno e coscienza era particolarmente labile. Analizzando un gruppo di controllo (altri 55 volontari che non avevano mai vissuto esperienze di pre-morte) la commistione tra attività Rem e veglia si presentava solo nel 24 per cento dei casi. “Questa differenza – conclude Nelson – suggerisce che l’intrusione dei sogni nella vita cosciente è una condizione che potrebbe favorire, in situazioni estreme, delle esperienze pre-morte”. Oltre alla sensazione di paralisi ai muscoli, la sovrapposizione fra i due stati di coscienza si può manifestare con allucinazioni sonore o visive, sempre nel momento in cui ci si sveglia o ci si addormenta. “Molti di questi sintomi – spiega Rossi – sono tipici di chi ha un forte debito di sonno, o dei pazienti che soffrono di narcolessia. Chi è affetto da questa malattia si addormenta di colpo, i suoi muscoli perdono improvvisamente di tono e finisce direttamente nella fase Rem, che invece di norma si innesca un’ora dopo aver iniziato a dormire”. […]
Il testo integrale dell’articolo di Elena Dusi è stato pubblicato oggi da Repubblica

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