Caso Provenzano, un messaggio al vescovo di Terni

Illustre Monsignore,
ho appreso dai giornali che si accinge a regalare una Bibbia al detenuto Provenzano il giorno di Pasqua, giorno per i cristiani di resurrezione del Cristo crocifisso dal Potere.
Mi consenta di dissentire dal gesto che si accinge a compiere. Provenzano ha avuto nella sua vita innumerevoli Bibbie, di cui era attento lettore. La lettura non lo ha mai dissuaso dal commettere terribili crimini che hanno accompagnato con una lunga scia di sangue la sua vita di criminale, di un particolare crimine che è quello mafioso che ha l’aggravante di riconoscersi come potere alternativo allo Stato e come arrogante tallone di ferro sulla popolazione siciliana.
La Bibbia del Vescovo di Terni sarebbe meglio sostituirla con un elenco degli orfani, forse centinaia, forse migliaia, delle vedove, delle vittime barbaramente trucidate in sessanta anni di carriera criminale. Provenzano è già profondamente credente. Non abbisogna di essere convertito come l’Innominato del Manzoni.
I mafiosi sono molto religiosi. Il gesto che lei si accinge a fare potrebbe convincerli ancora di più a continuare a militare nell’organizzazione che tiene avvinta la Sicilia al sottosviluppo e molta parte della sua popolazione alla miseria.
Ci pensi bene!!
Pietro Ancona, coordinatore del Circolo UAAR di Palermo
Gent.le signor Ancona,
Quanto riferito dai giornali è inesatto, in quanto il vescovo Mons. Paglia non si recherà il giorno di Pasqua da Provenzano a regalargi una Bibbia. La consuetudine della nostra diocesi è che per le festività natalizie e pasquali il vescovo si rechi a far visita ai carcerati della casa circondariale di Terni ai quali porta in dono, oltre che cibo per il loro pranzo della festività, un Vangelo ciascuno dallo stesso vescovo commentato. Quest’anno come i precedenti cinque, a fine aprile, si verificherà la stessa cosa, indipendentemente da coloro che ora sono detenuti nel carcere. Nella sua visita ai carecerati il vescovo consegnerà a tutti gli Atti degli Apostoli commentati da mons. Paglia. La visita era già stata stabilita da inizio marzo, molto tempo prima che si verificassero le vicende a cui lei fa riferimento. Questo è quanto si svolge da cinque anni in diocesi con i carecerati, i malati degli ospedali, gli anziani delle case di riposo e i poveri della città.
Grazie per le sue osservazioni.
Elisabetta Lomoro, Direttore Ufficio stampa diocesi di Terni Narni Amelia
Il problema, bibbia o non bibbia, è che, come fa notare anche Repubblica di oggi, il boss mafioso è ovviamente in isolamento. Però potrà vedere una persona, il vescovo. In poche parole, i religiosi camminano sempre lungo una strada speciale, sopra le norme, privilegiata. Non è una novità che anche alcuni preti abbiano aiutato i mafiosi in carcere a farne uscire messaggi ai complici.

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