Chi è l’Anonimo che a un anno esatto dalla salita al soglio pontificio di Benedetto XVI pubblica un pamphlet che analizza, indaga, critica e infine demolisce il pensiero di Joseph Ratzinger? La piccola schiera di maschere professionali dietro cui si potrebbe celare l’autore potrebbe far pensare a un alto prelato in odore di dissidenza, a un filosofo stanco di vedere il pensiero laico bistrattato dall’offensiva della Chiesa, o magari a un teologo in vena di contraddirsi. In ogni caso l’Anonimo, che abbiamo intervistato, come in un gioco un po’ surreale (fatta per mail attraverso il suo editore), è uomo acuto e di buone letture. Il suo pamphlet poteva intitolarsi, un po’ anodinamente: “Anatomia di un papa all’inizio del terzo millennio”, invece, quasi a sottolinearne il carattere blandamente bellico, l’autore ha scelto il più secco e inequivocabile Contro Ratzinger. Il dissacrante libello è stato edito da Isbn, una piccola e raffinata casa editrice milanese (euro 10) e sarà in libreria dalla prossima settimana. Nelle 150 pagine, piuttosto svelte e acuminate, si scava dentro la vita di Ratzinger, sollevando lembi biografici ormai remoti. L’autore si spinge nella breve adolescenza del giovane Joseph, quando il futuro pontefice, all’età di 16 anni, fu arruolato nella contraerea del Reich; si mettono a fuoco i rapporti con il nazismo che risulteranno inesistenti, con qualche piccola pecca; si indaga la relazione, fortissima, con il suo predecessore, Giovanni Paolo II; si analizza, con argomentazioni puntute il pensiero ratzingeriano che non affronta solo questioni di dottrina ma altresì si mobilita in una vera e propria difesa di certi valori contro altri. Sfilano così le grandi questioni della drammatica contemporaneità: l’Aids, l’aborto, il feto e l’embrione, l’omosessualità e la pedofilia, l’eutanasia, la teoria evoluzionista e creativista. Su tutto l’occhio vigile di Ratzinger ha speso una parola, un concetto, una riflessione. Senza mai lasciarsi sfiorare dall’ombra del dubbio. Emerge il profilo tagliente di un papa a tratti paradossale e contraddittorio, dal momento che da intransigente critico della modernità, come nota l’autore, finisce con l’esserne (concettualmente) schiavo. Un pamphlet dunque che terremota l’immagine di un papa serenamente ortodosso e stabilisce una distanza significativa dal suo predecessore, Giovanni Paolo II, con il quale ha condiviso alcune scelte di fondo, ma – come dire? – cercando di correggerne l’istinto e l’impulsività, orientandone la drammaticità, a volte teatrale. […]
Il testo integrale dell’intervento di Antonio Gnoli e l’interessante intervista all’autore anonimo sono stati pubblicati sul sito di Repubblica