Vignette anti-islam, atto II

Ha tutta l’aria di una trovata pubblicitaria l’iniziativa della rivista Studi cattolici, che sembra voler riaprire lo scontro sulle vignette che raffigurano Maometto e sono considerate offensive e blasfeme da milioni di musulmani. […] I musulmani d’Italia si sono fatti sentire. L’ambasciatore Mario Scialoja (Lega Musulmana mondiale) sottolinea «l’estremo cattivo gusto», il segretario dell’Ucoii (Unione comunità islamiche) Hamza Picardo rileva che «la madre dei cretini è sempre incinta» e Souad Sbai, presidente delle associazione marocchine in Italia che siede nella Consulta islamiche del Viminale, respinge la provocazione aggiungendo un pressante invito «ad abbassare i toni». Ma l’Opus dei ha preso subito le distanze da Studi cattolici, addirittura in nome del fondatore dell’Opera, Escrivà de Balaguer: «Sant’Escrivà avrebbe dato la vita per rispettare la liberta’ religiosa di chiunque», ha detto il portavoce Giuseppe Corigliano, ricordando che la rivista «non rientra tra le pubblicazioni né ufficiali né ufficiose della Prelatura che ha solo un bollettino semestrale intitolato ‘Romana’». Il disegno in questione, di Guido Clericetti, mostra Dante e Virgilio sull’orlo di un girone lambito dalle fiamme, mentre tutt’attorno svolazzano diavoli armati di forcone. «Quello là diviso a metà dalla testa alle chiappe non è Maometto?» chiede il poeta alla sua guida. Risposta: «Si, ed è diviso perché ha portato la divisione nella società. Mentre invece quella là con le brache calate è la politica italiana riguardo all’Islam». Poco meno di un manifesto teo-con, di quelli che Cavallieri non disdegna di sottoscrivere, illustrato in chiave satirica. L’immagine di Maometto all’inferno è la stessa dell’affresco di Giovanni da Modena (1415) conservato nella basilica di San Petronio a Bologna, che proprio per questo sarebbe finita nella lista degli obiettivi di una misteriosa cellula islamista individuata dai servizi segreti e dal Ros dei carabinieri. «Si tratta solo della raffigurazione di un passo tratto dalla Divina Commedia, dal canto XXIII – dice ancora il direttore di Studi cattolici – Maometto all’inferno ce l’ha mandato Dante. ‘Spero solo che l’aver pubblicato questo disegno non produca attentati, perche’ se ciò avvenisse confermerebbe solo posizioni idiote». Inutile ricordargli quanto è accaduto dopo la pubblicazione di analoghi disegni in Danimarca: fuoco, fiamme e minacce di boicottaggio in tutto il mondo arabo, nonché l’assalto al consolato italiano di Bengasi in Libia (undici morti) quando la vignetta contestata è finita sulla maglietta indossata in tv dal ministro leghista Roberto Calderoli, costretto a quel punto a dimettersi.
Fonte: IlManifesto.it

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