Quello che non è riuscito al riformista Mohammad Khatami in otto anni di presidenza, è diventato possibile per il suo successore ultraconservatore, impegnato a rafforzare il consenso popolare alla politica di sfida all’ Occidente sul programma nucleare. «Le donne devono poter entrare allo stadio», ha affermato Mahmud Ahmadinejad, togliendo un bando imposto in Iran fin dalla rivoluzione islamica del 1979. In una lettera inviata a Mohammad Ali-Abadi, responsabile dell’ Organizzazione statale per lo sport, Ahmadinejad ha ordinato che, «con una corretta pianificazione, che richiede di rispettare la dignità e l’onore delle signore, i migliori posti negli stadi siano riservati alle donne e alle famiglie in occasione di partite di calcio del campionato nazionale e altri importanti incontri». «Contrariamente alla propaganda di alcuni – aggiunge nella sua lettera Ahmadinejad – l’esperienza insegna che la presenza in massa di famiglie e di donne nei luoghi pubblici porta la moralità in quegli stessi luoghi». Non è ancora chiaro se le donne e le ragazze potranno entrare da sole allo stadio, o accompagnate da padri e mariti, una proposta di cui si è parlato in passato. Negli ultimi anni soltanto le straniere erano state ammesse regolarmente a partite di calcio internazionali disputate a Teheran. […] Ahmadinejad è tornato anche ad attaccare Israele, già al centro di una serie di sue dichiarazioni che nei mesi scorsi hanno provocato reazioni di protesta di diversi Paesi occidentali e non. Lo Stato ebraico, ha affermato, «non può sopravvivere» perchè è stato imposto al popolo palestinese a causa delle precedenti persecuzioni contro gli ebrei le cui responsabilità vanno addebitate solo agli occidentali. «Poniamo che quello che dite (l’Olocausto, ndr) sia vero – ha detto Ahmadinejad -. In tal caso chi deve pagare? Voi (gli europei) avete reso l’Europa insicura per gli ebrei, che hanno dovuto emigrare in Medio Oriente. Lasciate che tornino nei loro Paesi d’origine. Voi avete creato il problema, ora spetta a voi risolverlo». […]
Fonte: la Gazzetta del Mezzogiorno